Marco Burini, Macchina del Tempo, aprile 2004 (n.4), 14 aprile 2004
Dan Brown (nella foto a destra) non rilascia interviste. Troppo impegnato nel seguito di ”Il codice da Vinci”, Mondadori, ultimo suo best seller, ha pensato bene di delegare al proprio sito internet l’incombenza di soddisfare la curiosità di chi ha letto, o anche solo sentito parlare, del suo romanzo (dal quale dovrebbe essere tratto un film diretto da Ron Howard con Russell Crowe e Kate Beckinsale)
Dan Brown (nella foto a destra) non rilascia interviste. Troppo impegnato nel seguito di ”Il codice da Vinci”, Mondadori, ultimo suo best seller, ha pensato bene di delegare al proprio sito internet l’incombenza di soddisfare la curiosità di chi ha letto, o anche solo sentito parlare, del suo romanzo (dal quale dovrebbe essere tratto un film diretto da Ron Howard con Russell Crowe e Kate Beckinsale). Vi si narra, tra le pieghe di un giallo ambientato ai nostri giorni, di una caccia al Santo Graal che non è, come la tradizione ha sempre ritenuto, la coppa in cui fu raccolto il sangue di Cristo, ma una persona, Maria di Magdala, l’autentico vaso che custodisce il sang réal (in francese antico il ”sangue reale”, da cui ”Santo Graal”), cioè i figli che Gesù le ha dato. Gesù infatti sposa Maria Maddalena e a lei, non a Pietro, affida le sorti di una Chiesa che avrebbe dovuto proclamare la supremazia del principio femminile. Invece, l’imperatore Costantino (280-337 d.C.) si impadronisce di questa religione nascente e ne fa uno strumento di potere: sceglie quattro vangeli ”innocui” e dichiara eretici quelli ”gnostici”, alcuni dei quali avrebbero messo sulle tracce del matrimonio tra Gesù e Maria Maddalena; quindi organizza il concilio di Nicea (325 d.C.), affinché venga proclamata la divinità di Cristo, funzionale al suo scopo di unificare l’impero (mentre Gesù non aveva mai preteso di essere Dio). Quindi la Chiesa cerca di eliminare i discendenti di Gesù, ma alcuni di questi riescono a tramandare il segreto per mezzo di una misteriosa organizzazione, il Priorato di Sion, della quale avrebbero fatto parte alcuni fra i maggiori letterati e artisti della storia, come Leonardo da Vinci, lasciando indizi nelle loro opere. L’autore, in base a «migliaia di fonti che rispecchiano la realtà», difende il carattere storico dei fatti narrati, che, sottolinea, sono «tutt’altro che inediti», e risponde a chi lo accusa di essere un millantatore: «La storia ufficiale è stata scritta dai vincitori, perciò bisogna dubitarne». Massimo Introvigne, direttore del Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni), ricorda però che già nel primo secolo dell’era cristiana «c’erano testi dove Gesù è riconosciuto come Dio. All’epoca del Canone Muratoriano (circa 190 d.C.) il riconoscimento dei quattro vangeli come canonici e l’esclusione dei testi gnostici erano un processo già completato».