Macchina del Tempo, aprile 2004 (n.4), 14 aprile 2004
LONDRA
La catapulta fu inventata dai Greci nel IV secolo a.C. e perfezionata da Archimede. Era un’enorme costruzione di legno, provvista di ruote, con la quale si lanciava un po’ di tutto: grosse pietre, frecce, oggetti molto pesanti. Ma non era un oggetto semplice: secondo uno studio di Serafina Cuomo dell’Imperial College di Londra, la costruzione delle catapulte era quanto di più raffinato e tecnologicamente avanzato si potesse chiedere alla matematica e all’ingegneria dell’epoca. Prima dell’invenzione della polvere da sparo (e quindi dei cannoni), le catapulte sono state l’arma d’assedio più potente a disposizione degli eserciti dell’antichità. Potevano sparare pietre pesanti anche 80 chilogrammi a più di 100 metri di distanza. Ma è nella sua costruzione che venivano chiamate a raccolta tutte le conoscenze scientifiche dell’epoca. Servivano elementi di matematica, perché la lunghezza e l’altezza del proiettile fossero in proporzione con le dimensioni delle funi di torsione, necessarie per abbassare il braccio della catapulta. Per realizzare il prototipo entravano in campo anche nozioni di ingegneria: l’arma, sottoposta a violente sollecitazioni durante il suo utilizzo, doveva essere in grado di resistere per tutta la durata dell’assedio. Grazie alla conoscenza della geometria, infine, gli scienziati del tempo creavano delle tabelle necessarie per standardizzare la costruzione ”in serie”.