Settimana Incom marzo 1960, 8 aprile 2004
settimana incom, marzo 1960 Mi dicono che l’anno scorso, press’a poco in quest’epoca, lei ha scritto un articolo sul modo migliore per divenire una donna di classe
settimana incom, marzo 1960 Mi dicono che l’anno scorso, press’a poco in quest’epoca, lei ha scritto un articolo sul modo migliore per divenire una donna di classe. Per quanto strano questo possa apparire, io, che durante trentacinque anni ho vissuto come una ragazza qualunque, né brutta né bella, né ricca né povera, sono alla vigilia di contrarre un magnifico matrimonio. Il mio fidanzato mi vuol bene, così come sono, anche perché è molto più anziano di me, ma io temo il giudizio della sua famiglia e specialmente delle sue figlie, che sono già sposate, hanno titoli nobiliari, figurano spesso sulle riviste illustrate e, ovviamente, sono pronte a criticare i miei eventuali difetti. (Leda con cigno) vero che ho spesso risposto a quesiti del genere, ma, poiché il problema è molto più vasto e complicato di quanto non sembri, sono lieta di tornare sull’argomento, che affronterò, innanzitutto, da un punto di vista unicamente materiale. La donna (e l’uomo) di classe dovrebbe avere una buona libreria, una buona discoteca, una buona collezione di quadri. Occorre quindi che si rivolga ai migliori esperti che può trovare, il bibliofilo, il discofilo, il mercante. Li deve scegliere anziani, costosi, costanti, se non vuole essere ingannata. Infatti, il famoso libraio X, incaricato di scegliere testi, rilegature, scaffali per un cliente importante, non lo trufferà, perché questo tornerebbe a suo svantaggio. Certo costerà più del rivendugliolo, ma i rivenduglioli spariscono e non assumono alcuna responsabilità. Per divenire (in un primo tempo solo in apparenza) una donna di classe, lei si rivolga senza esitare al miglior sarto o alla migliore sarta della città in cui vive, e spieghi loro il suo desiderio, promettendo che, in avvenire, dichiarerà di vestirsi in quella sartoria. Così facendo, lei diventa una creatura del sarto o della sarta e costoro, non risparmieranno il minimo sforzo per migliorarla. Le insegneranno le diete, i trucchi, il portamento. Le spiegheranno che cosa si porta di mattina per una messa funebre, e di sera per un night club popolaresco. Esigeranno che lei dimagrisca (o ingrassi), che vada da un certo calzolaio, che scelga calze diverse, che abbia una collezione di guanti, che usi smalto da unghie inedito, che inclini il cappello dalla parte giusta. Badi, però, che almeno all’inizio lei deve esser costante! Se sceglie il tailleur da X ed il mantello da Y, avrà un buon tailleur ed un buon mantello, ma né X né Y potranno considerarla una propria creatura, una cliente da seguire. Più tardi, quando sarà sicurissima di se stessa, potrà svolazzare come meglio crede. Inizialmente, però, si metta nelle mani di X o di Y, i quali sono nevrotici ambiziosi, nevrastenici come veri artisti, e si appassionano solo alle proprie creazioni esclusive. Così potrà esser certa della sua eleganza. Ma dovrà ancora imparare ad agire da donna di classe. stato detto qualche volta che la Regina d’Inghilterra veste con poca cura, tuttavia si comporta, in ogni occasione, come una donna di classe altissima. Guardi con quanta abilità ha lasciato il duca di Windsor venire (indiscreto!) nel suo castello, ma solo dopo che lei ne era uscita, con il pretesto di una breve passeggiata. Guardi quanto si è mostrata ragionevole evitando il matrimonio di sua sorella con il colonnello Townsend, questo pasticcione sentimentale. Guardi come ha saputo smentire le chiacchiere sul suo dissidio con il marito annunciando la sua maternità. E non si tratta, mi creda, di un ben regolato meccanismo regale, ma di reazioni, sempre raffinate ed oneste, di una donna impeccabile. (Contessa Clara)