Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  aprile 04 Domenica calendario

Le origini del supplizio chiamato crocifissione, largamente diffuso nel mondo antico (lo usavano persiani, sciti, tauri, celti, bretoni, germani, cartaginesi, greci, giudei e romani) non sono determinabili con esattezza

Le origini del supplizio chiamato crocifissione, largamente diffuso nel mondo antico (lo usavano persiani, sciti, tauri, celti, bretoni, germani, cartaginesi, greci, giudei e romani) non sono determinabili con esattezza. Pubblico, umiliante e doloroso, era riservato a gente considerata pericolosa dall’establishment (ribelli, banditi, traditori, disertori, assassini), allo scopo di terrorizzare la gente e scoraggiare rivolte. Cicerone e lo storico ebreo Giuseppe Flavio la ritengono la forma peggiore di morte. Le fonti greco-romane citano alcune varianti: crocifissione a una croce, a un albero o a un tabellone. In genere, prima di essere appesi i condannati erano torturati con frustate, bruciature o battiture, quindi venivano fatti marciare verso il luogo dell’esecuzione portando il braccio orizzontale della croce. Talvolta sulla croce o accanto ad essa si collocava un cartello con la causa poenae, la motivazione della condanna (nel caso di Gesù c’era scritto, in ebraico, latino e greco, «Il re dei Giudei»). La morte, più o meno rapida a seconda della costituzione fisica della vittima e delle torture patite, giungeva per asfissia.