L’Indipendente 4/4/2004, 4 aprile 2004
Milano c’è una mostra intitolata ”Ukiyo-e. Il mondo fluttuante”. Ukiyo, parola buddista che indica il mondo visibile destinato a svanire, per i giapponesi del XVII secolo diventò il mondo effimero del piacere: feste, teatro, amore mercenario e clandestino
Milano c’è una mostra intitolata ”Ukiyo-e. Il mondo fluttuante”. Ukiyo, parola buddista che indica il mondo visibile destinato a svanire, per i giapponesi del XVII secolo diventò il mondo effimero del piacere: feste, teatro, amore mercenario e clandestino. All’epoca il paese era nelle mani dei militari. Dopo quattro secoli di guerre civili, il generale Tokugawa Ieyasu aveva conquistato il potere sbaragliando rivali e alleati con i fucili donati dai Gesuiti in cambio della conversione. L’ultima battaglia vinta a Sekigahara, lasciò a Kyoto un sovrano fantoccio, spostò il governo a Edo (futura Tokyo) e fondò una dinastia che governò per più due secoli e mezzo (1600-1867). Mentre l’Europa passava dalla controriforma alla Rivoluzione francese, il Giappone non conobbe che una ferrea dittatura militare e un totale isolamento. Ieyasu garantì la pace legiferando su ogni aspetto della vita pubblica e privata. Unica isola di libertà: i quartieri dei teatri e dei bordelli. Con la protezione di ricchi mercanti, le città della notte diventarono vivaci centri culturali. Gli artisti dell’ukiyo-e ne immortalarono usi e costumi: celebri attori e cortigiane, scene erotiche e leggendari ronin che osarono sfidare l’autorità. A Palazzo Reale fino al 30 maggio. maria pia d’orazi