Joachim Jeremias, "Gerusalemme al tempo di Gesù", Edizioni Dehoniane, 6 aprile 2004
L’educazione delle ragazze avveniva in famiglia, ma i loro compiti si limitavano ai lavori domestici (cucito e tessitura) e alla custodia dei fratelli più piccoli
L’educazione delle ragazze avveniva in famiglia, ma i loro compiti si limitavano ai lavori domestici (cucito e tessitura) e alla custodia dei fratelli più piccoli. Giunte all’età di dodici anni, le fanciulle venivano promesse in matrimonio, spesso a qualche parente che ne faceva richiesta. Il fidanzamento prevedeva la stesura di un contratto matrimoniale per stabilire la dote. Da quel momento la ragazza era considerata ”sposa”: poteva essere ripudiata, punita in caso di adulterio, restare vedova. Il passaggio definitivo dall’autorità paterna a quella del marito avveniva, però, con il matrimonio, celebrato un anno dopo il fidanzamento. Dopo, la coppia andava a vivere presso la famiglia dello sposo.