Varie, 5 aprile 2004
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Cincotti Peter
• New York (Stati Uniti) 11 luglio 1983. Cantante. Pianista • «[...] un tipo del tutto differente da Bublé, lui: intanto, è cittadino di Manhattan, più fighetto, consapevole e riservato, come se le radici italiane dei nonni (Piacenza e Napoli) non si fossero manifestate granché; ma poi è anche decisamente jazzy, con una rimarchevole padronanza del pianoforte, che suona accompagnato da un trio di valenti compagni ormai consolidati (Peter Finck al contrabbasso, Kenny Washington alla batteria, Scott Kreitzer al sax). Prima che ragazzo-prodigio, è stato bambino-prodigio, appeso a un pianoforte-giocattolo da quando aveva tre anni; racconta di aver cominciato a comporre a nove e invece a cantare verso i dodici: ”Per accompagnarmi”. Lo ha scoperto Phil Ramone, e negli Stati Uniti è lanciatissimo. Le ritrovate fortune del jazz, l’agevolezza dell’ascolto della sua voce elegante e swing, la piacevolezza nervosa delle sue improvvisazioni alla tastiera, ne hanno fatto il pupillo di molti trend-setters, e inevitabilmente è uscito fuori il paragone con Frank Sinatra che stuzzica ma anche mortifica chiunque frequenti questo genere di musica con l’intenzione di esser personale, e unico: ” pazzesco che dicano di Bublé, come di Jamie Cullum e di me, che somigliamo a Frank Sinatra - s’inalbera -. I media debbono fare il loro lavoro e hanno bisogno di classificazioni, ma ciascuno di noi è differente e Frank Sinatra è ancora un’altra cosa”. [...] con il suo ciuffo biondo d’artista va veloce. Nel ruolo di un pianista, è coprotagonista accanto a Kevin Spacey di Beyond the Sea, il film sulla vita di Bobby Darin [...] ”La cosa più importante nell’arte è l’onestà, e il mio fine è di creare la mia musica, o di ricreare a modo mio cose già note come ho fatto con Sway di Dean Martin, il che è lo stesso” [...]» (Marinella Venegoni, ”La Stampa” 7/2/2005). «Padre italiano, cresciuto a Spanish Harlem. Il settimanale ”People” l’ha definito ”L´uomo più sexy del pianeta”. Ha un enorme talento naturale e il fascino del giovane Sinatra. Il suo album d´esordio, prodotto da Phil Ramone (che ha lavorato con Sinatra e la Streisand), è in testa alle classifiche jazz. E Hollywood gli ha già messo gli occhi addosso. [...] Harry Connick Jr., che a sette anni lo fece suonare in un suo spettacolo ad Atlantic City, ha allevato un pericoloso rivale. [...] A 17 anni si è esibito per un mese di seguito nella prestigiosa Oak Room dell’Algonquin Hotel. [...] ”[...] Ho cominciato a suonare a tre anni. Sul pianoforte giocattolo che la nonna mi regalò per il mio compleanno. Forse perché sono nato e cresciuto a Manhattan, non è stato mai solo jazz per me (e mai lo sarà), ma musica, musica e basta. Andavo ai concerti rock al Madison Square Garden, ai jazz club del Greenwich Village, ai musical di Broadway [...] coltivavo semplicemente i miei interessi: grandi pianisti e grandi cantanti. Fats Waller e Nat King Cole, Shirley Horn e Ray Charles, Stevie Wonder e Errol Garner, Billy Joel e Elton John. Ho imparato tutto da loro. I miei amici mi tenevano informato sulle novità. Alcune mi piacevano, altre no. [...] So che la famiglia di mia nonna era di Piacenza e quella di mio nonno dei dintorni di Napoli. Ho un italianissimo senso della famiglia [...] Voglio fare la mia musica, senza compromessi. Fino a questo punto della mia carriera non ho mai suonato nulla che non amassi. Ma per il futuro non aspettatevi solo jazz. Io sono per l’abolizione degli stili. Musica e basta. Per questo non mi disturba che Norah Jones sia definita una cantante jazz senza esserlo [...] Quando vedo un pianoforte devo sedermi e suonare”» (Giuseppe Videtti, ”Corriere della Sera” 5/4/2004).