(Pino Corrias, ཿVanity Fair 8/4/2004), 8 aprile 2004
Dopo mesi di rilanci, s’è finalmente consumata la prima volta della diciottenne lesbica Rosie Reid che lo scorso gennaio aveva messo all’asta su Internet la propria verginità
Dopo mesi di rilanci, s’è finalmente consumata la prima volta della diciottenne lesbica Rosie Reid che lo scorso gennaio aveva messo all’asta su Internet la propria verginità. Lei, viso paffutello, lunghi capelli rossi e boccolosi, lentiggini ovunque, l’ha fatto per pagarsi le tasse universitarie (4 mila euro l’anno). Ad aggiudicarsi l’intatto imene della fanciulla un quarantaquattrenne, ingegnere della British Telecom, che per avere il privilegio ha sborsato 12.350 euro spuntandola su più di duemila avversari. L’incontro, avvenuto ai primi di marzo, è stato raccontato dalla Reid. Lei, maglione e pantaloni, lui in abito scuro, camicia bianca e cravatta. Appuntamento all’Euston Hotel, tre stelle e quattro piani dov’era prenotata una doppia per 140 euro. Un primo giro di birra al bar, ma dice lei "non avevamo molto da dirci. Cercavo di bere e rilassarmi. Ero molto nervosa. Mi sforzavo di essere gentile, visto tutto il denaro che aveva pagato". Dopo la cena, in camera: "Ha cominciato con un massaggio, mi ha girata, mi ha baciato lungo la schiena. Ero mezza nuda. Mi ha chiesto di fare sesso orale. Ho rifiutato. Abbiamo avuto un rapporto. E’ stato quasi orribile. Odiavo il modo che aveva di baciarmi. In compenso è stato molto rapido, suppongo". Poi lui s’è girato per dormire. Al risveglio le ha portato una tazza di tè, l’ha baciata sulle guance e se n’è andato.