Marco Ansaldo, La Stampa 2/4/2004;, 2 aprile 2004
L’idea che una volta i calciatori giocavano meno è una bufala: per fare un esempio, nel 1976/1977 Causio fu in campo per 4927 minuti, nel 2002/2003 Nesta si è fermato a 4839; il Bettega del 1977/1978 (4682) batte l’Inzaghi 2002/2003 (4189); il Conti 1983/1984 (4391) straccia il Totti 2002/2003 (2891) ecc
L’idea che una volta i calciatori giocavano meno è una bufala: per fare un esempio, nel 1976/1977 Causio fu in campo per 4927 minuti, nel 2002/2003 Nesta si è fermato a 4839; il Bettega del 1977/1978 (4682) batte l’Inzaghi 2002/2003 (4189); il Conti 1983/1984 (4391) straccia il Totti 2002/2003 (2891) ecc. Trapattoni: "Oggi mi si presentano ragazzi che possono aver giocato meno di quanto facevano i miei nella Juve, però è cambiato il gioco e il campionato impone di non mollare mai. Se incontri il Chievo, l’Udinese o il Bologna devi correre tanto, allora contro squadre medie o medio-basse potevi vincere con meno energie". Lippi: "Velocità di gioco e di uomini, più aggressività: sono cambiati i riferimenti rispetto a 15 o 20 anni fa. E poi c’è l’esplosione delle notturne. I giocatori faticano a dormire, d’inverno ci sono i campi gelati, tutto è più difficile". Il professor Gaudino, tra i primi preparatori atletici del calcio: "Altri ritmi, altra pressione dopo gli anni ’90. Persino gli ingaggi altissimi procurano nel calciatore più responsabilità e tensione: e la tensione non si può quantificare ma incide sugli infortuni. Oggi le analisi dicono che un centrocampista corre per 10-11 km a partita, non so quanti ne facesse Furino ma so che Platini non superava i 4 e mezzo". Altobelli: " falso che si corresse meno. La differenza vera è che nell’Inter di Bersellini vedevi la palla solo alla seconda settimana di preparazione, ora al terzo giorno si incontra il Real Madrid". Sandreani: "La preparazione estiva è un elemento, ma ne vedo un altro, di cui si parla poco: i calciatori di oggi sono come trapezisti senza rete, vanno a mille perché non possono sbagliare due partite che vengono accantonati. Una volta, con le ”rose” ridotte e un solo cambio permesso, sbagliavi e non succedeva niente". Il prof. Zeppilli, medico della nazionale: "A Coverciano abbiamo studiato il fenomeno, è vero che sono diminuiti i minuti passati in campo però in certi periodi dell’anno i migliori sono costretti a giocare sempre e con impegni ravvicinatissimi. Ed è accertato che non si reggono tre partire consecutive, anche in Nazionale la flessione coincide con il terzo incontro. Un altro dato è sicuro: il numero di infortuni muscolari è cresciuto enormemente". Bettega: "Il primo stiramento me lo procurai in Canada, per colpa dei campi in sintetico, ed ero a fine carriera. In tredici campionati di A ho saltato 60 partite su 390 e solo per colpa della malattia ai polmoni e dell’incidente al ginocchio. Eravamo più solidi? Non so. Anche allora i campi erano infami, lo stress da prestazione era alto e i viaggi si facevano in pullman o in treno, oggi ci sono gli aerei privati. Dovevamo sopportare di più i piccoli infortuni, eravamo sempre gli stessi 11 anche con tre partite in una settimana, come quando conquistammo la Coppa a Bilbao e il campionato 4 giorni dopo, a Genova. Ha ragione chi parla di calcio diverso e più veloce però gli allenamenti di oggi sono un aiuto formidabile per reggere certi ritmi. Noi avevamo due massaggiatori e il dottor La Neve, oggi alla Juve ci sono 2 medici, 3 fisioterapisti e 2 massaggiatori. Ci sono pro e contro. Le botte che si prendevano da stopper come Galdiolo o Di Somma, quando la tv non riprendeva tutto, non so se le prendono le punte di oggi nonostante la maggiore velocità moltiplichi la forza dell’impatto".