Varie, 28 marzo 2004
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Solari Santiago
• Hernán Rosario (Argentina) 7 ottobre 1976. Calciatore. In Italia ha giocato con l’Inter. Prima al Real Madrid • « il numero 12 del Real Madrid, il sinonimo del sostituto perfetto, il joker da utilizzare in qualsiasi ruolo, al posto di Roberto Carlos o di Zidane. Ma lui non è d’accordo: ”Al fútbol si gioca in 11: il 12 e il 13 non esistono. Per questo io lavoro per essere pronto a ogni partita. Non posso sentirmi una riserva. So di poter essere titolare. Lo sono stato al fianco di Zidane nella stagione dell’ultima vittoria in Champions League”. [...] ”Quando uno si sente allo stesso livello dei titolari è difficile accettare di rimanere seduto in panchina a vedere gli altri giocare. un martirio non poter fare quello che più ti piace. Però, qui, ogni anno, con i nomi che arrivano uno deve lottare per guadagnarsi il posto”. Viene spontaneo domandargli perché non se ne va. Si è parlato di lui all’Inter, al Milan, alla Lazio, al Manchester... La risposta è semplice: ”Qui ho vissuto anni da favola sia a livello umano sia a livello sportivo, ho un contratto fino al 2005 e poi sento che posso essere titolare”. Insomma, le sfide a Santiago piacciono. Da sempre. arrivato a Madrid [...] per giocare con l’Atletico. passato al Real (erano 12 anni che non succedeva una cosa del genere, l’ultimo era stato Hugo Sanchez) ed è riuscito a mettersi in tasca i tifosi, i critici e lo spogliatoio. Gli piace iniziare ogni stagione sapendo che all’orizzonte ci sono ancora Liga e Champions e che a ogni partita c’è da fare a gomitate per far parte dell’undici iniziale, che bisogna vincere ogni incontro giocando bene e divertendo. Una pressione costante che sopporta facendo la vita più tranquilla del mondo. Passeggiando con la sua fidanzata, Celina, argentina che a Madrid studia cinematografia, portando fuori i suoi due cani, andando al cinema, leggendo, molto, e ascoltando ottima musica, dal tango di Carlos Gardel al sound di Bristol Massive Attack, Radiohead. Di calcio, al contrario, ne vede poco. La Liga argentina e qualche partita del River Plate. Ci ha giocato, ci ha passato un periodo fantastico e ne è tifoso. Dall’Argentina e dall’Uruguay vengono i suoi idoli Maradona e Francescoli, ”tre anni insieme al River sono stati indimenticabili”. Il calcio, secondo Santiago, è un gioco: ”E se uno non si diverte giocando non potrà mai farlo bene. solo una sofferenza inutile”» (Luca Caioli, ”Corriere della Sera” 27/3/2004).