Antonio Armano, "il Riformista" 25/3/2004, pagina 4., 25 marzo 2004
Al "Corriere" Montanelli divideva la stanza con Buzzati e Piovene: «Si andava d’accordo. C’erano scontri, ma cavallereschi»
Al "Corriere" Montanelli divideva la stanza con Buzzati e Piovene: «Si andava d’accordo. C’erano scontri, ma cavallereschi». Eppure di Buzzati disse ch’era un cretino: «Nel senso che aveva in gola un usignolo da cui sgorgava poesia e lui non faceva altro che trascriverla, che metterci la penna. Buzzati era un cretino che non sapeva d’essere Buzzati. Piovene era l’opposto, più consapevole. Aveva il vizio del gioco, scommetteva sulle corse dei cavalli. Perdeva sempre, telefonava da San Siro, voleva che andassimo a prenderlo: "Non mi sono rimasti neanche i soldi per il biglietto del tram", diceva. Il critico Adolfo Franci, che sarebbe stato un grande critico se avesse avuto voglia di scrivere, veniva spesso da Piovene, perché ne condivideva il vizio del gioco, mi chiamò fuori dalla stanza: "Non hai paura a stare qui in fondo al corridoio, se chiedi aiuto non ti sente nessuno". E perché dovrei chiedere aiuto?, risposi. "Ma come fai a stare qui tranquillo con questi due veneti che ti ucciderebbero, Piovene per raccontare realisticamente i dettagli della tua agonia, Buzzati per fare della poesia sull’ascesa in cielo della tua anima?».