varie, 25 marzo 2004
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Milito Diego
• Buenos Aires (Argentina) 12 giugno 1979. Calciatore. Dal 2009/2010 all’Inter, ha subito vinto Champions League, scudetto, coppa Italia (un’altra nel 2011), supercoppa italiana e mondiale per club. Ha giocato anche nel Genoa • «Si è affermato come giovane stella del Racing Avellaneda, la squadra che una volta, per ovviare alle casse vuote, chiese ai tifosi un contributo in cambio del nome stampato sulle magliette. Nel 2002 suo padre Jorge venne rapito e poi liberato in cambio di un consistente riscatto [...]. La strada dell’emigrazione, infine, è stata aperta da suo fratello Gabriel [...] che fu a un passo dall’andare al Real Madrid e venne scartato alle visite mediche per problemi a un ginocchio. Diego invece, tenuto a lungo sotto osservazione dalla Roma, è arrivato a Genova. “Scommessa personale” del vulcanico presidente Preziosi, a quanto pare. Ma anche un piccolo tesoro. [...]» (Alberto Piccinini, “il manifesto” 24/11/2004) • «In Argentina lo chiamavano “principe”, per la sua straordinaria somiglianza, nel volto, nel fisico, nelle movenze, con Enzo Francescoli. In Italia, per i genoani, è diventato principe appena sceso dall’aereo. [...] I nonni partirono da Terranova di Sibari. [...] le minacce che raggiunsero Milito poco dopo il suo arrivo a Genova da parte di un risparmiatore bruciato dalla crisi economica argentina: dopo pochi giorni di angoscia, ci fu una lettera di pentimento e di scuse. Momenti brutti, di una favola felice. [...] si è imposto in Patria: 137 partite nel Racing, 34 gol. Più cinque in nazionale, con tre gol: “Due all’Uruguay e una all’Honduras — racconta — Spero di continuare”. Ha giocato con Crespo e anche al posto di Crespo. Poi, forse, ha capito [...] che per salire avrebbe avuto bisogno di una nuova esperienza. In Europa, possibilmente in Italia. “Quando si è fatto vivo il Genoa — spiega — non ero entusiasta. Conoscevo la storia del Genoa, ma la serie B italiana, da noi, è poco visibile. Non sapevo nulla, ero informato solo di una brutta classifica. Poi, quando sono arrivato, ho capito. 1.500 persone ad aspettarmi, un entusiasmo incredibile. In un attimo sono diventato felice della mia scelta. E ora voglio vincere nel Genoa. La serie A? Tutti i giocatori sognano grandi club, ma io penso che prima o poi in A ci andrò con questa maglia”. Amore a prima vista, dopo una trattativa relativamente breve. Raccontano in Argentina che si trattò prima sulla base della comproprietà, per un milione e 700 mila euro. Poi Preziosi cambiò idea e volle tutto: tre milioni di euro per il cartellino e tre anni di contratto per il giocatore. [...]» (Franco Tomati, “La Gazzetta dello Sport” 25/3/2004).