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 2004  marzo 24 Mercoledì calendario

Il decimo pianeta: Sedna. « della scorsa settimana l’annuncio della scoperta di un corpo celeste, battezzato Sedna dal nome della dea degli oceani degli eschimesi, che con i suoi 1

Il decimo pianeta: Sedna. « della scorsa settimana l’annuncio della scoperta di un corpo celeste, battezzato Sedna dal nome della dea degli oceani degli eschimesi, che con i suoi 1.700 chilometri di diametro misurati con il telescopio spaziale «Spitzer», è per dimensioni il secondo oggetto planetario scoperto dopo Plutone (2.400 chilometri, trovato nel 1930). Attualmente Sedna dista dal Sole più di 13 miliardi di chilometri (è l’oggetto planetario più distante mai scoperto), dove la radiazione solare è circa 7.500 volte inferiore a quella che arriva sulla Terra e la temperatura non supera i -240 ºC. La scoperta è stata fatta da un gruppo di astronomi statunitensi con il telescopio Schmidt a grande campo da 1,2 metri di diametro dell’Osservatorio di Monte Palomar. Gli stessi ricercatori il 17 febbraio scorso, un giorno prima del settantaquattresimo anniversario della scoperta di Plutone, hanno individuato un altro corpo planetario di poco più piccolo, denominato provvisoriamente 2004 DW. L’orbita di Sedna è molto ellittica e la sua distanza dal Sole varia tra 76 e 987 unità astronomiche (1 unità astronomica è la distanza che separa la Terra dalla Luna, circa 150 milioni di chilometri). Il periodo di rivoluzione è di 12.259 anni: si trovava quindi nell’attuale posizione prima che sulla Terra terminasse l’era glaciale. A parte le dimensioni, ciò che più è interessante di quest’oggetto è l’orbita, che si protende sino alle parti più interne della Nube di Oort, l’enorme inviluppo sferico di corpi ghiacciati che avvolge i Sistema Solare e che pare estendersi fino a due anni luce dal Sole. I mass media hanno parlato per Sedna della scoperta del decimo pianeta. A mio parere si tratta invece della definitiva riduzione a otto del numero dei pianeti maggiori: è ormai chiaro che Plutone, come Cerere nel caso della fascia principale degli asteroidi, è il maggiore rappresentante (per il momento) della Fascia di Kuiper. Visto il rapido succedersi di scoperte di questo genere, le sorprese che arriveranno nei prossimi anni saranno numerose grazie alla recente entrata in funzione di strumenti sempre più potenti, come il telescopio orbitante per astronomia infrarossa «Spitzer», con il quale sarà possibile scoprire e studiare altri corpi planetari di grosse dimensioni che certamente ancora si nascondono in questa regione di spazio. Dati preziosi tra una dozzina di anni verranno dalla sonda della NASA «Pluto-Kuiper Express»: il lancio è previsto nel 2006; dopo aver visitato il sistema Plutone-Caronte nel 2015, si inoltrerà nella Fascia di Kuiper per studiare qualcuno dei suoi componenti. L’esistenza di molti corpi ghiacciati al di là dell’orbita di Nettuno fu proposta nei primi Anni 30, poco dopo la scoperta di Plutone, e approfondita da Gerard Kuiper e Kenneth Edgeworth verso la metà del secolo appena passato, ma si è dovuto attendere il 1992 perché venisse scoperto il primo oggetto di quella che fu denominata Fascia di Kuiper. Da allora sono ormai quasi mille i piccoli pianeti ghiacciati individuati al di là dell’orbita di Nettuno. Le loro dimensioni tipiche sono intorno a qualche centinaio di chilometri, ma tre hanno già superato i mille. La Fascia di Kuiper è costituita da una popolazione di piccoli corpi planetari, formati da un miscuglio di ghiacci e rocce, che come un gigantesco anello circondano la regione del Sistema Solare occupata dai pianeti maggiori, a una distanza dal Sole superiore ai 4,5 miliardi di chilometri (30 volte la distanza Terra-Sole). Si stima che gli oggetti trans-nettuniani con diametro maggiore di 100 chilometri siano almeno 70 mila e che il loro numero complessivo superi il miliardo, anche se la massa totale non dovrebbe essere più di un decimo di quella della Terra. I corpi finora scoperti sono quindi una piccola avanguardia della popolazione totale. Si pensa che siano costituiti dal materiale residuato dalla formazione del sistema planetario e sono perciò gli oggetti più primitivi del Sistema Solare».