Varie, 24 marzo 2004
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Chipperfield David
• Londra (Gran Bretagna) 18 dicembre 1953. Architetto. Dal 2011 Direttore della sezione Architettura della Biennale di Venezia. Si è formato alla Architectural Association, la stessa scuola di Rem Koolhaas, Leon Krier, Zaha Hadid, Nigel Coates. È stato docente ospite di diverse facoltà di architettura, a Harvard, al Royal College londinese, a Losanna, Stoccarda, Napoli. David Chipperfield Architects occupa oggi oltre cento persone tra Londra e Berlino. L’attività è rivolta per la maggior parte all’architettura degli spazi pubblici. Tra le sue opere (Italia esclusa) più recenti, o in realizzazione, la Città della Giustizia di Barcellona, il Figge Art Museum di Davenport, Iowa, la Bbc Scotland a Glasgow, il River & Rowing Museum a Henley-on-Thames, il restauro e ampliamento del Neues Museum a Berlino. Per committenti privati Chipperfield ha realizzato alberghi (Bryant Park a New York, Shore Club a Miami), bar, ristoranti, gallerie d’arte, show-room a Londra, in diverse città europee e in Giappone. «Gentiluomo con più idee che capelli [...] avvistato sempre più spesso dalle nostre parti, e non solo per un carpaccio e un bicchiere di Brunello. Chipperfield si aggiudica un incarico dopo l’altro, nella terra di Palladio. Realizzerà a Milano la Città delle Culture al quartiere Ansaldo, a Salerno il Palazzo di Giustizia, a Venezia il nuovo cimitero a San Michele. A Verona ha progettato il Museo dell’Arsenale. [...] Per non parlare della serie di negozi realizzati in giro per il mondo per Dolce&Gabbana, i due frenetici signori della moda. Chipperfield è ammirato, ma suscita anche invidie. Vince concorsi perché risolve problemi complessi con eleganza, non eccede in stilismi, si sottrae al rito mediatico dello “strano è bello”, sa essere funzionalista senza annoiare, e minimal senza tentazioni anoressiche. Parecchi, nello star system, pensano di avere più talento di lui, ma lui i concorsi li vince, e l’architettura di sola carta l’ha gettata nel cestino da tempo. Anche nel fisico, nei gesti, nel linguaggio Chipperfield tende piuttosto al Mr Normal. Occhi e pelle chiara, tono di voce basso, ironia, eloquio semplice, niente vezzi. [...] “Io sono attratto dalle culture mediterranee”, dice Chipperfield, “specialmente da Italia e Spagna”. David ha una moglie argentina, una casa in Galizia, una simpatia per Milano veicolata dal risotto allo zafferano e dal suo amore per Gio Ponti, Ignazio Gardella, Vico Magistretti (che ha a lungo frequentato a Londra e di cui parla come di un ispiratore). “Ho sempre associato Milano al dibattito sull’architettura, alla cultura del design, alla qualità degli spazi abitati, quel dialogo speciale tra borghesia e modernità. Negli interni delle case milanesi ho trovato quello che non trovavo a Londra, dove l’architettura moderna ha tardato a farsi largo”. [...] L’Italia è, per Chipperfield, anche il fecondo rapporto con Dolce & Gabbana [...] Minimalismo al servizio del barocco? “Sì e no. Sono molto meno barocchi di quanto si creda”, risponde. Per loro ha già realizzato una dozzina di negozi, da Milano a Miami, da Londra a Osaka. “L’ultimo a Madrid”, ridacchia, “in onore di David Beckham”. L’Italia è il rapporto con marchi nobili del design come B&B, Alessi, Cassina. Chipperfield ha disegnato per B&B l’intero arredamento del Bryant Park Hotel di New York (2001), trasformazione di un’icona déco di Manhattan, l’American Radiator Building progettato da Raymond Hood nel 1925. [...]» (Enrico Arosio, “L’espresso” 25/3/2004).