Fonti varie, 17 marzo 2004
Anno I - Decima settimanaCalcio. Domenica sera Lazio e Roma non sono riuscite a giocare il loro derby
Anno I - Decima settimana
Calcio. Domenica sera Lazio e Roma non sono riuscite a giocare il loro derby. Alla fine del primo tempo (0 a 0) s’è diffusa la falsa voce che la polizia aveva ammazzato un bambino e la tensione è salita al punto che l’arbitro Rosetti ha preferito rinviare tutto. E’ seguita un po’ di guerriglia urbana notturna. In definitiva non varrebbe neanche la pena di parlarne se non fosse che quello di domenica scorsa era forse l’ultimo derby in serie A delle due romane, che stanno per fallire sotto una montagna di debiti. Prima della gara Totti ha detto al Tg1: "Piuttosto che restare in una Rometta me ne vado" (c’è già l’offerta del Real Madrid). Sensi non apre più bocca. Il resto del calcio non sta meglio. Carraro, capo della Federazione, ha detto che su 62 squadre 25 non hanno oggi le carte in regola per iscriversi al prossimo campionato. Berlusconi ha promesso che farà pagare ai club le tasse arretrate a rate, in dieci anni e senza interessi. Ma interverrà l’Europa, in questo caso, e imporrà di estendere il favore a tutte le altre imprese non calcistiche. Le serie A e B devono al fisco 520 milioni di euro. Il titolo della Lazio è stato sospeso in Borsa a tempo indeterminato. Zamparini, padrone del Palermo, ha in mano, come pegno per un credito di 7,8 milioni di euro, l’8 per cento della Roma e ha detto che tra pochi giorni lo metterà all’asta. Il Monza è fallito venerdì scorso.
Sinistra. C’erano due manifestazioni a Roma. Una contro il terrorismo, di giovedì. L’altra contro la guerra, di sabato. Quella del giovedì convocata dal sindaco di Firenze e dall’Anci (l’Associazione dei Comuni). Quella del sabato dai Movimenti. Poiché la Casa della Libertà ha annunciato che avrebbe aderito alla manifestazione del giovedì, una parte della sinistra ha lanciato l’anatema contro quelli dei loro che avessero sfilato con il Polo. Però i Ds della maggioranza, e in particolare Fassino, ci sono andati lo stesso. Così, quando poi c’è stata la manifestazione sabato, il segretario è stato violentemente contestato, fischiato, insultato ("Assassino!") e ha dovuto mollare il corteo - stavolta affollatissimo - prendendosi pure, a mo’ di scorno, la solidarietà dell’onorevole di Forza Italia Sandro Bondi. Come mai sabato Fassino è stato fischiato e Veltroni e D’Alema no? Veltroni giovedì s’era dato malato, D’Alema non è andato a nessuna delle due manifestazioni.
Kosovo. Mercoledì 17 marzo, dalle parti di Mitrovica in Kosovo, una banda di teppisti serbi insegue con i cani quattro ragazzini albanesi. Questi per salvarsi si tuffano in un fiume e tre di loro annegano. Segue la vendetta degli albanesi del Kosovo. 15 morti il primo giorno, 31 alla fine della settimana. I militari della Nato non sembrano capaci di farci niente. Si decide di inviare qualche rinforzo, si sa già che non servirà. I soldati italiani in Kosovo sono 2700, arriveranno presto altri 130 parà della Folgore. La situazione è senza vie d’uscita perché è vero che sono adesso i kosovari albanesi a far fuoco e fiamme, ma i serbi, che per ora si limitano a scappare, non sono contrari alla ripresa della guerra civile. Gli uni e gli altri puntano a creare nel Kosovo due regioni autonome, una serba e una albanese. I serbi, tra l’altro, se si riaprisse la trattativa (trattato di Dayton del 1995), chiederebbero l’annessione della zona serba della Bosnia e punterebbero poi a formare la Grande Serbia sotto Belgrado. Il premier di Belgrado, Kostunica, ha subito proposto di dividere il Kosovo in cantoni etnici. Ci sono albanesi anche in Macedonia e anche qui una riapertura della partita potrebbe provocare un ridisegno del territorio. Gli albanesi sono musulmani, i serbi cristiani. Il Kosovo è uno snodo fondamentale nel traffico internazionale di ragazze e di droga. Non produce niente, campa per il 70 per cento dei soldi che gli arrivano dalla comunità internazionale.
Taiwan. Taiwan è un’isola che si trova a due chilometri dalla Cina e il cui nome ufficiale è "Repubblica di Cina". I cinesi di Pechino l’hanno bombardata ininterrotamente fino alla fine degli anni Settanta (un milione di proiettili). Quattro anni fa si svolsero delle elezioni e fu eletto presidente Chen Shui-bian, avversario dichiarato di Pechino. Sabato scorso, nuove elezioni, incertissime. L’avversario di Chen, Lian Chan, più aperto nei confronti dei cinesi di Cina, sembrava poter vincere. Ma il presidente Chen, alla vigilia del voto, risultò lievemente ferito in un attentato assai dubbio e, insomma, domenica risultò vincitore sul suo avversario per appena 30 mila voti su 13 milioni di schede. Lian Chan ha chiesto che le urne fossero sigillate per ricontrollare le nulle (più di 300 mila) e la Corte Suprema glielo ha concesso. Nel frattempo i rapporti economici tra Taiwan e Pechino sono solidi: le imprese dell’isola hanno investito nella Cina continentale cento miliardi di dollari.
Iraq. Gli americani entrarono in Iraq un anno fa (notte tra il 19 e il 20 marzo). La settimana scorsa, giovedì 18, un’autobomba con a bordo 450 chili di esplosivo ha fatto saltare in aria il Mount Lebanon Hotel, al centro di Bagdad, trecento metri dall’hotel Palestine dove a suo tempo alloggiavano i giornalisti occidentali. Ventotto morti e quaranta feriti. I civili ammazzati in Iraq in questo anno sono più di mille.
Zapatero. La dichiarazione di Zapatero, il nuovo premier spagnolo ("Se in Iraq non arriva l’Onu il 30 giugno ce ne andiamo"), è stata stigmatizzata da Kerry, l’avversario di Bush per la Casa Bianca. Anche i polacchi, forti sostenitori della guerra (e combattenti veri in Iraq) sembrano ora più incerti. Ma la diplomazia occidentale, anche quella non filoamericana, giudica l’annuncio un errore, che rischia di rafforzare davvero i terroristi. Costoro hanno fatto arrivare al quotidiano del Cairo "al Hayat" un comunicato in cui promettono tregua agli spagnoli se si ritireranno dall’Iraq.
Sofri. La Camera ha bocciato la legge Boato, che assegnava il potere di grazia al solo Presidente della Repubblica, senza più la controfirma del ministro della Giustizia. Il primo effetto del provvedimento sarebbe stato la grazia ad Adriano Sofri a cui Ciampi sarebbe favorevole, mentre il ministro della Giustizia Castelli è contrario. Il bello è che la legge è stata bocciata, col voto segreto, dagli stessi che l’avevano presentata, cioè i deputati di Forza Italia. Questo ha mandato su tutte le furie Giuliano Ferrara, strenuo sostenitore dell’innocenza di Sofri, che ha scritto sul Foglio un editoriale di fuoco contro Berlusconi e la maggioranza: "Carattere cialtrone della coalizione", "Silvio Berlusconi, uno che sa distrarsi come pochi altri quando non si tratti degli affari suoi", "Prova miserabile", "Manipolo di vecchi missini riciclati", "Capociurma delle tifoserie varesotte della Lega", "Voto gaglioffo", ecc. Se ne è dedotto che Ferrara avrebbe abbandonato il Cav., il che, nonostante tutto, è falso.
Parmalat. Le ultime rivelazioni sul grande scandalo mostrerebbero questo: che Parmalat era fallita già alla fine degli anni Ottanta, quando non era ancora quotata in Borsa. L’avrebbe protata in Borsa un grande usuraio, prestando a Tanzi soldi "non chiari". Le banche d’accordo. Se questo fosse vero, la girandola finanziaria degli anni Novanta sarebbe stata pianificata fin dall’inizio per pompare, attraverso bond da rifilare al pubblico e società estere con cui mascherare tutto, soldi legittimi in piccola (ma cospicua) parte da mettersi in tasca e in gran parte da riciclare su mercati illegali. Nessi col traffico di droga in Sudamerica sarebbero già stati trovati dai magistrati italiani. Tanzi e Tonna dovrebbero essere processati per direttissima in tutti e due i processi: ad aprile per il filone milanese (aggiotaggio), a giugno per quello di Parma (truffa e bancarotta fraudolenta). Cossiga ha intanto restituito al commissario straordinario Enrico Bondi i 30 mila euro di un viaggio aereo che a suo tempo gli venne offerto da Tanzi con soldi Parmalat.
Benzina. La benzina costa ormai più di 1,1 euro e s’avvicina al record di 2200 lire il litro. Ultima causa: la decisione presa dall’Opec di tagliare la produzione dal 1° aprile. Il future sul petrolio che era a 37 dollari all’inizio della scorsa settimana era già a 38,5 alla fine. La tassazione sulla benzina italiana, che segue la levitazione del prezzo, ha portato all’erario in questo primo trimestre 400 milioni di euro in più. Grida delle associazioni dei consumatori. Ogni 0,036 euro di aumento mensile della benzina provoca un aumento mensile dell’inflazione dello 0,1 per cento.
Formula 1. Schumacher ha vinto anche il secondo gran premio in Malesia e rischia, con lo strapotere Ferrari, di ammazzare la Formula 1. Curioso che il suo nome significhi "calzolaio" e che "calzolaio", in spagnolo, si dica "Zapatero".
Bossi. Sulle condizioni di Bossi, forse fuori pericolo ma comunque in condizioni gravissime, è sceso il silenzio stampa. I medici dicono che non morirà e definiscono il suo stato "coma assistito". La famiglia, i compagni di partito hanno pregato i giornalisti di stare alla larga dall’ospedale di Varese. I giornalisti hanno acconsentito. I dirigenti della Lega hanno intanto surrogato il segretario con un quadrumvirato, scelto lunedì 12 in una riunione che si è tenuta nella sede milanese del partito in via Bellerio: i ministri della Giustizia e del Welfare Maroni e Castelli, il vidcepresidente del Senato Calderoli, il presidente della commissione Bilancio della Camera Giorgetti. Accanto a loro la moglie di Bossi, Manuela Marrone. Il nuovo gruppo dirigente della Lega ha dato subito un’impressione di durezza: uscita dal governo se entro il 25 marzo non verrà approvato il testo sulla riforma federale, nessun aiuto alle squadre di calcio come vorrebbe Berlusconi, ecc.
Yassin. Lunedì all’alba lo sceicco Homed Yassin aveva appena finito di pregare nella moschea Al Mujama, a 150 metri da casa sua, quando un elicottero israeliano Apache lo ha ucciso sparando tre razzi contro la sua macchina. Sette morti e un’improvvisa enorme tensione sullo scacchiere israelo-palestinese: nel 1987 Yassin, 65 anni, tetraplegico (girava in carrozzella), aveva fondato Hamas, la principale orgtanizzazione terroristica palestinese e ne era il leader spirituale. Sharon ha seguito le fasi dell’attacco dal suo ranch nel deserto del Negev. Mentre scriviamo, ci sono già gigantesche manifestazioni di protesta, spari e morti sia a Gaza che altrove. Hamas, con un comunicato, ha promesso di ammazzare Sharon.