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 2004  marzo 20 Sabato calendario

LITTLE RICHARD

(Richard Eayne Penniman) Macon (Stati Uniti) 5 dicembre 1932. «Terzo di dodici figli, figlio di un padre che prima di essere ammazzato da un vicino (nel ’52) aveva fatto in tempo a buttarlo fuori di casa per la sua omosessualità; lui che il 14 settembre del ’55, quasi per caso, urlando ”A-wop-bop-a-loo-bop, a-lop-bam-boom” nel microfono di uno studio di New Orleans, aveva inventato il rock´n´roll [...] Sempiterno sorriso, baffetti sottili a incorniciare le labbra, occhiali neri che ogni tanto tira giù e rotea e strabuzza gli occhi: ben prima di Charles Trenet e di tutti quelli dopo di lui. In principio era Little Richard, poi arrivarono gli altri. I suoi figli sono neri e ambigui come Prince e Michael Jackson, ma anche bianchi come Elvis, come i Beatles e i Rolling Stones, suonano il piano alla sua maniera, come Elton John. ”Sono qui, ho settant´anni, ancora canto, viaggio, parlo e cammino. Sono vivo, sono una leggenda, sono una leggenda vivente” urla con il celebre falsetto. Si vede che è abituato a predicare, perché se parlasse di Dio e non di musica, il tono sarebbe esattamente quello dei ”preachers” televisivi. Nessuno può interromperlo nel suo fluire. ”Ascolto tutta la musica di oggi. Il rock, l´hip hop. L´hip hop mi accende. Anche se oggi tutto è già lì, non c´è nulla di nuovo da dire. Ma quando io sono arrivato non ho trovato la pappa fatta. Allora c´era solo il gospel. Da lì viene tutta la musica, se vuoi studiarla devi partire dal gospel, che è verità, sentimento, significato e sostanza. Dal gospel e dal rhythm´n´blues è nato il jazz”. [...] Non dice però che nel ’64 proprio il gospel lo allontanò da Dio. Nel ’57, all´apice del successo, dopo aver composto Tutti Frutti, Lucille, Long tall Sally, Rip it up, Good golly miss Molly, Slippin´and slidin´, Little Richard aveva lasciato le scene per studiare e predicare la parola di Dio (con la chiesa Avventista del Settimo Giorno). Nel ’64 iniziò un tour in un gruppo gospel, ma quando si accorse che, in un concerto inglese, il nome di Sam Cooke veniva prima del suo, salì da solo sul palco e nel microfono urlò Lucille, altro che How high the moon. vero che nel ’57, dopo un terrificante viaggio aereo verso l´Australia dal quale uscì vivo grazie all´intervento divino, gettò tutti i suoi gioielli nel porto di Sidney e decise di diventare pastore di anime? ”Certo, però adesso mi ci tufferei per acchiappare i pesci che se li sono inghiottiti. Era roba davvero costosa”. Si prodiga in buoni consigli: ”Non ingannate voi stessi, suonate con il cuore, non vi fate divorare dall´elettronica, se avete il controllo di quello che fate andrete lontano. Know what you do and do what you know. Inventate un buon suono e sarete in giro per molto tempo. E soprattutto, firmate voi stessi gli assegni. Magari avessi saputo ieri quello che vi sto dicendo oggi”» (Laura Putti, ”la Repubblica” 20/3/2004).