11 marzo 2004
GLASER Paul Michael (Paul Manfred Glaser).
GLASER Paul Michael (Paul Manfred Glaser). Nato a Cambridge (Stati Uniti) il 25 marzo 1943. Attore. Famoso come Starsky (di Starsky e Hutch). «Per sempre e per tutti sarà Starsky, il detective riccio e lievemente strabico, pieno di senso dell’umorismo, che veste jeans, scarpe da tennis e giubbotto di pelle. Quel giubbotto, però, l’attore Paul Michael Glaser nel 2000 l’ha messo all’asta. E i 26.100 dollari sborsati da qualche appassionato sono finiti nelle casse della Pediatrics Aids Foundation. La fondazione porta il nome di Elizabeth Glaser, prima moglie dell’attore, morta di Aids nel 1994. La loro storia ha commosso gli Stati Uniti ed è rimbalzata anche da questa parte dell’Oceano. La moglie di Starsky contrasse l’Hiv con una trasfusione mentre stava per mettere al mondo Ariel, prima figlia della coppia. Era il 1981. Ariel venne contagiata e morì nel 1988, suo fratello minore Jake è sieropositivo. Miracolosamente Glaser, che si è risposato con Tracy Bourne, non è stato colpito dall’Aids ed è diventato un fervente attivista delle campagne per la lotta all’Hiv (nel 2003 ha vinto un premio per il suo impegno in questo campo). [...] Figlio di un architetto, Paul Manfred Glaser (è questo il suo nome all’anagrafe, lo cambierà per un caso di omonimia con un altro attore Usa) lascia la facoltà di architettura per studiare regia e recitazione a Boston. Dopo la laurea recita in teatro, off Broadway, in una versione rock di Amleto, debutta al cinema nei panni di Perchik, un rivoluzionario, in Il violinista sul tetto (1971) regia di Norman Jewison. Poi arriva alla televisione, dove interpreta decine di ruoli minori in molti telefilm (tra i quali Kojak) e alla fine si aggiudica la parte che lo renderà famoso, quella di Starsky. Dopo il successo Glaser ha passato molto tempo dietro la macchina da presa: ha diretto la serie Miami Vice 1985-’86 e vari film, tra i quali The Running Man (1987), con Arnold Schwarzenegger e Kazaam (1996), con il campione di basket statunitense Shaquille O’Neal» (Mario Porqueddu, ”Corriere della Sera” 11/3/2004).