Filippo Facci, "il Giornale" 8/3/2004 pagina 10., 8 marzo 2004
* Attenzione: l’evento di cui parla Facci non avvenne il 15 gennaio 1994 ma il 23 giugno 1993 (ndmp) «Da una parte la Festa delle donne, dall’altra un giornalismo che ingigantisce la cronaca ma poi non ti racconta com’è andata a finire
* Attenzione: l’evento di cui parla Facci non avvenne il 15 gennaio 1994 ma il 23 giugno 1993 (ndmp) «Da una parte la Festa delle donne, dall’altra un giornalismo che ingigantisce la cronaca ma poi non ti racconta com’è andata a finire. Tra i due fuochi, tra femminismo e vecchie storie, vi raccontiamo com’è andata a finire la vicenda di Lorena Bobbit. Riassunto. Lorena, 24 anni, venezuelana immigrata in Virginia, il 15 gennaio 1994 fa questo: prende un coltello di trenta centimetri, taglia il pene del marito e lo butta in un campo. Lui urla come un pazzo e arriva la polizia che si mette a rovistare nel campo. Un agente trova il pene, lo mette in un panino (per proteggerlo) e lo porta all’ospedale assieme al proprietario. In dieci ore di operazione riescono a riattaccarglielo. Notizia e processo fanno il giro del mondo. Lei sostiene che quel coso le procurava solo dolore sichhè lo ha eliminato. La Corte non si sa come la assolve, e milioni di femministi deficienti esultano. A diec’anni di distanza, l’ex castrato ha trasformato la sua sciagura in un business. Prima ha realizzato un video mezzo feticista ("John Wayne Bobbit Uncut") in cui si vede il lavoro chirurgico di ricucitura. Poi si è messo a publicizzare Penis Protector, un fodero protettivo da indossare in caso di cattive frequentazioni: come testimonial ha tutt’oggi un certo successo e in televisione appare spesso. Di recente si è dato alla predicazione come leader carismatico di alcuni seguaci dell’antico culto fallico. E’ miliardario. Lorena Bobbit, invece, vive in miseria. Per qualche ragione, inoltre, non riesce a trovare un uomo» (Filippo Facci).