Varie, 8 marzo 2004
SIGNORILE
SIGNORILE Claudio Bari 9 settembre 1937. Politico • «Una gloria indiscussa. Signorile faceva rima con ferrovie, dove c’era un treno, un ponte, una bretella c’era lui. [...] ”Se fai politica stai [...] sempre in mezzo ai fatti, dentro le cose, le curiosità, i pettegolezzi anche. una vita piena di accadimenti: fatica e gioia. Amarezze e grandissime soddisfazioni [...] Tu fai quel che desideri, fino a quando non sei sfinito. Ma decidi tu quando andare a dormire, quando dire stop alla giornata. Se vuoi proseguire c’è comunque sempre gente che ti chiede di vederti, sempre qualcuno disposto ad ascoltarti” [...]» (a. cap., ”la Repubblica” 8/3/2004) • «[...] è stato uno dei grandi leader del Partito socialista, uno dei protagonisti della svolta del Midas che vide l’inizio dell’ascesa di Bettino Craxi. Quando il suo partito e stato travolto da Mani Pulite, si è chiamato fuori. Mentre la maggior parte dei suoi compagni migrava verso Arcore lui è rimasto socialista, anzi socialista di sinistra. [...] ”Famiglia borghese di Bari. Elementari e medie a Bari. Liceo a Taranto. Università a Roma, con Federico Chabod e Rosario Romeo [...] La Taranto pre-industriale. Deliziosa città di provincia. Senza Italsider e con la flotta, quindi vivibilissima. Ricordo le gite in barca a vela fino alle isole Cheradi, dove è sepolto l’autore delle Liaisons dangereuses, Choderlos de Laclos. Suonavamo la chitarra nella pineta, ballavamo fino all’alba sulla terrazza del circolo ufficiali della Marina, leggevamo Nietzsche alla biblioteca sul mare. Tramonti incredibili [...] Azione cattolica e San Vincenzo. Poi, persa la fede, la dimensione laica. Quando ti rendi conto che combattere per fare un asilo nido non ti risolve niente, scopri la politica. E diventi socialista [...] La mia generazione era indifferente tra socialisti e comunisti. Era la sinistra. Il mio primo comizio lo feci a Roccanova, in un fienile che era insieme sezione della Cgil, del Psi e del Pci. La scelta socialista la feci dopo l’Ungheria [...]”» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 42/2001).