Sandro Cappelletto, "tSt"-"La Stampa" 3/3/2004, pagina 4., 3 marzo 2004
«Wagner sognava spesso, e ricorrente era un incubo: non riuscire a dirigere la Nona di Beethoven, doversi fermare un attimo prima di salire sul podio, mentre l’orchestra era già seduta, pronta a iniziare, e il pubblico non aspettava che lui
«Wagner sognava spesso, e ricorrente era un incubo: non riuscire a dirigere la Nona di Beethoven, doversi fermare un attimo prima di salire sul podio, mentre l’orchestra era già seduta, pronta a iniziare, e il pubblico non aspettava che lui. Il sogno gli consentiva di creare, e solo il sogno era in grado di porre un limite al suo smisurato senso di onnipotenza. Il suo sognare significava davvero governare il sapere».