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 2004  marzo 01 Lunedì calendario

Irving Kirsch e Guy Sapirstein, psichiatri dell’University of Connecticut negli Usa, sono giunti alla conclusioni che in molti casi l’effetto placebo (la convinzione di prendere un farmaco mentre in realtà si assume acqua zuccherata) serve a guarire davvero

Irving Kirsch e Guy Sapirstein, psichiatri dell’University of Connecticut negli Usa, sono giunti alla conclusioni che in molti casi l’effetto placebo (la convinzione di prendere un farmaco mentre in realtà si assume acqua zuccherata) serve a guarire davvero. Dopo aver analizzato i risultati di 19 periodi di prova clinica di antidepressivi, i due hanno stabilito che nel 75 per cento dei casi i risultati favorevoli erano dovuti all’aspettativa di un miglioramento da parte dei pazienti, non a presunti aggiustamenti nella chimica del cervello (come vantato dalle case farmaceutiche). Kirsch: "Il fattore critico è la nostra convinzione che qualcosa sta succedendo dentro di noi. Che poi succeda o no, è tutta un’altra cosa". Lo studio, quindi, è la dimostrazione che la volontà di un malato, "opportunamente stimolata, può avere un vero effetto biochimico".