1 marzo 2004
Tags : Dikembe. Mutombo
Mutombo Dikembe
• Nato a Kinshasa (Zaire) il 25 giugno 1966. Giocatore di basket. "Quello con le scarpe più lunghe della Nba assieme a Shaq, il ragazzo venuto dall’Africa a 21 anni per diventare un dottore, ma per via dell’altezza quasi costretto a giocare per la squadra di Georgetown University. [...] Miglior rimbalzista nel 2000, sette volte All Star. Unico cruccio, non aver mai vinto un titolo Nba. [...] Nessun pentimento però, perché grazie al basket e agli stipendi da nababbo, Mutombo sta cercando di realizzare l’altra grande passione della sua vita: fare del bene al prossimo. Per prima cosa sta cercando di costruire un ospedale nel suo Paese. Dice: ”Gran parte della mia vita è il basket, ma non credo che quella sia l’unica cosa per cui Dio mi ha creato”. Nella sua vita c’è l’ospedale da portare a termine appunto, e la beneficenza che cerca di fare in ogni maniera. Possibilmente senza strombazzarlo in giro. Anche se la rivista Sporting News lo ha messo in passato per due volte nella lista dei 99 ”Good Guys in Sport”, i bravi ragazzi dello sport. Del resto sborsare dal proprio portafogli 3.5 milioni di dollari per mettere una buona parte di mattoni alla sua opera che ne costerà 14, non è cosa comune. Così in Congo da qualche anno non esiste canzone popolare che non abbia il suo nome in qualche strofa. Sorride quando con il suo vocione rauco ammette: ” vero sono famoso, al punto che forse potrei essere un perfetto candidato politico. Ma no, state tranquilli, quella è una carriera che non mi interessa”. [...] ”Cerco di insegnare ai bambini del mio Paese a seguire il mio esempio. E che comunque non è necessario venire negli Usa per costruirsi una buona vita. Basta andare a scuola e credere nell’insegnamento. E con il basket possono stare lontani dalle strade”, dice Dikembe. Perché lui sa bene cos’è la povertà: settimo di dieci figli, costretto a vendere pane e salsicce per contribuire ai pasti giornalieri dei Mutombo. Lui è l’unico della famiglia a portare quel cognome. una tradizione della sua tribù, i Luba: il padre può dare il suo nome solo a un figlio. Lui fu il prescelto, quello inviato in America per diventare un medico, trasformato invece in un pivot di basket: ”Non ho mai capito perché papà scelse me”, dice. Ma papà scelse bene. Dikembe non si è mai laureato in medicina ma non ha scordato il suo passato. Anche adesso dopo le partite e i bagni di folla alza il telefono e chiama Djibril Diallo, direttore alle Nazioni Unite, programma sviluppo, per dirgli cose così: ”Dai parliamo di come si può fare a ridurre alla metà la povertà nel mondo prima dell’anno 2015”" (’La Gazzetta dello Sport” 29/2/2004).