Varie, 1 marzo 2004
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Dutroux Marc
• Bruxelles (Belgio) 6 novembre 1956. Elettricista, dal 24 giugno del 1995 al 9 agosto del 1996 sequestrò, drogò, seviziò e uccise bambine e ragazzine per fare film pedo-pornografici. Le ragazzine avevano tutte le stesse caratteristiche fisiche: corporatura esile, carnagione chiara e capelli biondi. Dopo lunghe indagini, fu arrestato il 12 agosto del 1996 ed è da lì che iniziò la macabra scoperta dei suoi terribili delitti, avvenuti con la complicità della moglie. I corpi delle vittime erano stati seppelliti nel giardino di casa e fu proprio Dutroux a indicarne alla polizia i nascondigli (’La Stampa” 26/6/2010) • «[...] Tutto comincia il 24 giugno 1995 quando due bambine di otto anni, Julie Lejeune e Melissa Russo (di origini italiane) vengono rapite durante una passeggiata vicino a casa, nella campagna intorno a Liegi. Il 23 agosto, dall’altra parte del paese, è la volta di due adolescenti fiamminghe, An Marchal e Eefje Lambrecks, 17 e 19 anni, scomparse a Ostenda durante una vacanza con amici. Iniziano le ricerche con scarsi risultati e presto la rassegnazione comincia a prevalere anche tra le forze di polizia. I genitori di Julie e Melissa cominciano allora una campagna mediatica, con annunci ai rapitori e dibattiti televisivi, per sensibilizzare il Paese sulla sorte delle bambine. Devono passare quattordici mesi e il rapimento di altre due bambine, Sabine e Laetitia, 12 e 14 anni, perché si arrivi al nome di Marc Dutroux e scatti l’arresto. Fin qui un fatto di cronaca grave. Poi arriva il trauma collettivo, la rabbia e nasce l’affaire. Dopo un lungo interrogatorio Dutroux promette di consegnare due ragazze. Sono Sabine e Laetizia, ritrovate vive il 15 agosto ”96 nella cella costruita dal mostro dietro un muro della cantina della casa di Marcinelle. sollievo e gioia per tutti. Ma dura poco. Due giorni dopo, nel giardino di un’altra proprietà vengono esumati i corpi di Julie e Melissa, di un presunto complice, Bernard Weistein - nel frattempo fatto fuori dallo stesso Dutroux - e di An e Eefje. lo sgomento generale che si traduce in rabbia quando si scopre che la gendarmeria sospettava di Dutroux già dal ”95. Su segnalazioni di un confidente, era stata lanciata l’operazione ”Otello” per pedinare il ladro di auto sospettato di costruire una cella nella propria casa dove nascondere bambine destinate a una rete di prostituzione. Dutroux, già condannato a 13 anni per stupro, era il sospetto numero uno fin dal giugno ”95. Ma non fu organizzato nessun interrogatorio nè fu mai informata la magistratura inquirente che lavorava sui vari rapimenti. All’inizio del ”96 Dutroux finisce in carcere a Charleroi per furto d’auto e la polizia ne approfitta per perquisire la sua casa. Il gendarme Michaux, responsabile di ”Otello” sente delle voci di bambini, dei mormorii, ma quando ordina ai colleghi di fare silenzio non sente più nulla. I gendarmi lasciano così la casa degli orrori. E intanto Julie e Melissa, abbandonate per tre mesi nella cella, muoiono di fame. I traumi non si fermano. Il giudice Jean-Marc Connerotte, a cui si deve l’arresto di Dutroux stava incominciando a indagare sui possibili mandanti del mostro quando, nell’ottobre ”96, viene destituito per aver partecipato a una ”cena spaghetti” con i parenti delle vittime, che volevano ringraziarlo per aver salvato Sabine e Laetitia. troppo. La gente comincia a presidiare il Palazzo di Giustizia di Bruxelles. Il 20 ottobre 300 mila persone vestite di bianco, il colore dell’innocenza, sfilano per le vie di Bruxelles in una lunga, silenziosa marcia per dire basta a uno Stato assente che non ha saputo salvare i più indifesi e sembra non voler cercare la verità. La classe politica dirigente è investita dall’’elettrochoc Dutroux”. Il primo ministro democristiano Jean-Luc Dehaene promette riforme immediate della polizia e della gendarmeria. Infine nel ”98 l’ultimo colpo di scena: l’evasione di Dutroux, ritrovato dopo quattro ore con le conseguenti dimissioni, questa volta, dei ministri della Giustizia e degli Interni. Da una parte le negligenze dello Stato, dall’altra il dubbio su possibili coperture all’orco di Marcinelle. [...] Le domande senza risposta sono molte: a chi appartengono i 24 dna diversi rintracciati nei 4.000 capelli e nello sperma trovati nel nascondiglio delle bambine? Come hanno resistito Julie e Melissa tre mesi senza mangiare (mentre Dutroux era in carcere), quando ogni nutrizionista ripete che è impossibile, specie per bambine di otto anni? E ancora: chi ha rapito le bambine, chi parcheggiava davanti casa di Dutroux auto di lusso (secondo le testimonianze dei vicini)? E infine: che motivo aveva Dutroux di sequestrare quattro, poi sei bambine quasi contemporaneamente, se era solo per soddisfare il proprio piacere?» (’La Stampa” 1/3/2004).