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 2004  febbraio 28 Sabato calendario

Il sogno di ogni maschio? Donare alla propria compagna, a ogni amplesso, un piacevole e profondo orgasmo

Il sogno di ogni maschio? Donare alla propria compagna, a ogni amplesso, un piacevole e profondo orgasmo. Ma la realtà, come spesso accade, è assai lontana dai sogni. Secondo recenti studi su donne statunitensi, inglesi e svedesi tra i 18 e i 59 anni, circa il 40 per cento lamenta scarso desiderio e difficoltà a raggiungere l’orgasmo. Un grande aiuto, secondo una ricerca pubblicata su ”New Scientist”, potrebbe arrivare da un marchingegno inventato per caso da Stuart Meloy, chirurgo della North Carolina: il medico, applicando degli elettrodi sulla spina dorsale di una paziente che soffriva di forti dolori alla schiena, d’un tratto udì la donna che gemeva di piacere. Meloy, in poche parole, aveva scoperto il punto erogeno della zona dorsale che, adeguatamente stimolato, produce l’orgasmo. Il professore ha perfezionato la sua macchina (che va impiantata sotto la pelle) e l’ha sperimentata su una donna che non provava il culmine del piacere da quattro anni. Risultato? Orgasmi multipli a volontà. Adesso, per ottenere dalla Fda il permesso di commercializzare il suo ”orgasmatron” (il marchingegno è stato così rinominato in onore di quello che Woody Allen faceva comparire nel film ”Il dormiglione”), Meloy avrebbe bisogno di almeno dieci volontarie. E nessun’altra donna, finora, ha voluto fare da cavia. In attesa che qualcuna si faccia coraggio, bisognerà accontentarsi degli orgasmi donati da madre natura. Che non solo fanno bene alla salute, ma addirittura allungano la vita. Gli scienziati della Queen’s University di Belfast hanno tenuto sotto controllo per dieci anni mille uomini tra i 45 e i 49 anni e il rischio di mortalità è risultato del 50 per cento più basso nel gruppo che aveva più orgasmi. Ma che cosa accade nel nostro cervello durante l’orgasmo? L’enigma è stato svelato di recente da una ricerca pubblicata su ”Journal of Neuroscience”, realizzata su un gruppo di giovani coppie volontarie. Mentre la partner masturbava il compagno, la Pet (tomografia a emissione di positroni) ne scrutava il cervello. I ricercatori si aspettavano di vedere attive alcune aree: l’area preottica mediale e l’amigdala dove si crede abbia sede una specie di ”punto g” neurologico. La prima, almeno nei topi, funziona da comando per l’eiaculazione: il topo, stimolato in questa zona dell’ipotalamo, eiacula anche in assenza di stimoli sessuali. In realtà, l’area preottica mediale degli uomini studiati, a differenza dei topi, non si è attivata affatto e l’amigdala ha addirittura fatto registrare una diminuzione di attività. Si sono invece attivate soprattutto due aree: la porzione ventrale del tegmento del mesencefalo e il cervelletto. Nel tegmento del mesencefalo si trovano raggruppati nuclei di neuroni che inviano assoni in tutte le direzioni dell’encefalo, liberando dopamina. questo il circuito del piacere, che viene attivato anche assumendo droghe come anfetamine, cocaina e simili. un circuito vasto che collega aree diverse e distanti tra loro. Coinvolge il sistema limbico, che è un po’ il cuore emotivo del cervello, con l’amigdala e l’ippocampo, che registrano la memoria di quell’emozione, la sua intensità. Coinvolge anche l’insula, dove il piacere è avvertito in modo cosciente e, infine, aree che comandano il movimento come il nucleo accumbens e il cervelletto. Una forte emozione come l’orgasmo, infatti, comporta modificazioni cerebrali, ma anche motorie e ormonali. Dal cervelletto parte un programma motorio automatico fatto di vocalizzazioni, espressioni facciali e atteggiamenti del corpo. Dai centri di comando neuroendocrino verranno liberate sostanze come l’ossitocina, immessa nella circolazione sanguigna dalla parte posteriore dell’ipofisi. Infine, pare giocare un ruolo molto importante, nel controllo dell’eiaculazione, la serotonina. Sembrerebbe che tutto dipenda da due suoi recettori: il 5-HT2C, che ritarderebbe l’eiaculazione, e il 5-HT1A, che la stimolerebbe. Grazie a questa ricerca, le case farmaceutiche già sognano un farmaco che curi l’eiaculazione precoce e che, come il Viagra, riempia le loro casse di soldi! Lo stesso studio ha rivelato che nelle donne, durante la fase dell’eccitazione, viene attivata anche l’amigdala, fenomeno che, come abbiamo visto, non si registra nell’uomo. Nella donna, l’apertura al rapporto tenderebbe quindi a combinarsi con un ancestrale atteggiamento guardingo, segnalato dall’attivazione dell’amigdala, centro di comando della reazione di paura e di difesa. Del resto, di che stupirsi? La millenaria pratica dello stupro avrà pur lasciato una forte memoria nel cervello femminile! Tutto questo a livello cerebrale. Ma ci sono voluti decenni anche per scoprire i meccanismi fisici che regolano la pratica prediletta dagli umani. I primi ad avviare una seria ricerca scientifica furono, nel 1966, William H. Masters e Virginia E. Johnson. I due ricercatori fecero un lavoro davvero formidabile: studiarono, nel loro laboratorio presso il reparto di ostetricia e ginecologia della Washington University, più di diecimila atti sessuali compiuti da 382 donne e 312 maschi in buona salute. Il risultato fu la suddivisione dell’atto sessuale in quattro fasi: eccitazione, plateau (o piattaforma orgasmica), orgasmo e risoluzione. Gli strumenti di indagine furono l’osservazione diretta e misure fisiche anche con strumenti ingegnosi: ad esempio peni di plastica trasparente, costruiti con le stesse proprietà ottiche del cristallo, che consentivano osservazione e registrazione delle modificazioni vaginali indotte dalla penetrazione. Nell’ultimo decennio, gli strumenti di visualizzazione delle attività cerebrali hanno consentito di completare il quadro su cosa ci accade, nel cervello e nel corpo, anche quando ci avviciniamo all’oggetto del desiderio e iniziamo un rapporto sessuale. Ovviamente, la prima area cerebrale interessata è quella visiva, localizzata, primariamente, nella parte posteriore del cervello (corteccia occipitale). Qui arrivano tutte le immagini, non solo quelle sessualmente interessanti, ma queste ultime attivano potentemente la corteccia visiva primaria: la risonanza funzionale, infatti, registra un aumento del segnale anche del 200 per cento rispetto a uno stimolo visivo neutro. L’immagine del nostro oggetto di desiderio, però, prima di arrivare alla corteccia visiva occipitale, è già giunta in un’area profonda del cervello, nell’amigdala. Questa struttura, che riceve input diretti dall’occhio e dall’orecchio ed è collegata con il sistema dello stress, è una delle sedi fondamentali di percezione delle emozioni e di organizzazione della risposta.  l’amigdala che ci dà subito una percezione emotiva, grossolana ma fondamentale, dello stimolo, fornendo, per così dire, una prima valutazione: mi interessa, non mi interessa. Dall’amigdala e dalla corteccia visiva occipitale l’immagine andrà poi ad altre aree corticali: alcune che si occuperanno, ancora, del contenuto emozionale dello stimolo, rapportandolo a esperienze analoghe precedenti; altre che ”peseranno” l’intensità della stimolazione sessuale in rapporto alle nostre motivazioni: il gioco vale la candela? Se l’impatto della stimolazione sessuale è forte e non ci sono freni inibitori di qualsiasi tipo, i passaggi successivi mettono in gioco le aree cerebrali profonde legate all’eccitazione: ipotalamo, tronco dell’encefalo e da qui, lungo la spina dorsale, fino ai genitali. I quali, a loro volta, sempre seguendo le vie del midollo spinale, inviano segnali al tronco dell’encefalo e, per suo tramite, a tutto il cervello. Nel maschio, l’erezione del pene è prodotta dal sistema parasimpatico, le cui fibre escono dal sacro e innervano il pene. La stimolazione parasimpatica causa vasodilatazione e incremento del flusso sanguigno nei corpi cavernosi e blocco pressoché totale delle vene emissarie, quelle che portano il sangue in uscita: si realizza in sostanza una congestione sanguigna che determina l’erezione. Anche nella femmina si ha un notevole incremento del flusso sanguigno con produzione di fluido vaginale e modificazioni delle dimensioni delle labbra, del clitoride ed espansione del canale vaginale. La penetrazione incrementa notevolmente l’eccitazione sollecitando il sistema nervoso simpatico, le cui fibre escono dal midollo spinale, per raggiungere gli organi genitali. Proseguendo il coito, giunge al cervello una enorme quantità di informazioni erotiche che coinvolgono tre aree fondamentali: l’insula, l’ipotalamo e l’ippocampo. L’insula integra diversi sensi, soprattutto la vista e il tatto, con l’immaginazione. la centrale di decodificazione cosciente dei segnali di piacere (e di dolore). stata sperimentalmente dimostrata una contemporaneità tra l’attivazione dell’insula e l’eccitazione. L’ipotalamo, che è una fondamentale centrale di comando neuroendocrino, è anche la sede di governo del sistema neurovegetativo simpatico: è da qui che partirà il rinforzo della scarica del simpatico sugli organi genitali, che già localmente è fortemente stimolato dalle intrusioni ritmiche del pene nella vagina. L’input all’ipotalamo viene dalle aree somatosensitive, l’insula soprattutto, ma anche dall’ippocampo, che è la struttura che organizza i ricordi. L’ippocampo è fortemente influenzato dai circuiti emozionali. I neurotrasmettitori eccitatori, come glutammato, dopamina e noradrenalina, ne fissano indelebilmente i ricordi. per questo che un’intensa esperienza sessuale non si dimentica facilmente. Sotto lo stimolo ipotalamico, il simpatico prende il sopravvento sul parasimpatico e causa ritmiche contrazioni coordinate di una serie di strutture (vasi deferenti, ampolla, vescicole seminali, prostata e collo della vescica) con emissione di sperma. Anche le donne (il 40 per cento secondo alcuni studi) proverebbero la sensazione di emettere fluido durante l’orgasmo. Fluido o no, resta il fatto che molte donne descrivono un intenso piacere che parte dal clitoride e si espande nel bacino. Spesso a ciò si accompagna una contrazione ritmica dell’utero, del canale vaginale e dello sfintere anale. Il predominio del simpatico determina poi negli uomini l’eiaculazione ma anche la flaccidità del pene e la sensazione di sazietà che viene trasmessa dagli organi genitali al talamo e da qui all’ipotalamo. Questa sensazione determina una fase di refrattarietà a un nuovo atto sessuale, variabile da uomo a uomo e da momento a momento, ma che di solito è di qualche decina di minuti (alcuni studi lo calcolano a seconda dell’età: due minuti a 16 anni; venti minuti a 25 anni; fino a due ore a 40 anni). Nella donna, per ragioni di tipo evolutivo, questo meccanismo non è attivo: gli orgasmi (quando ci sono) possono essere anche ravvicinati nel tempo e quindi multipli. I sessuologi Masters & Johnson, nei loro studi, sperimentarono che esistono donne capaci di raggiungere l’orgasmo fino a cinquanta volte di seguito! Francesco Bottaccioli