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 2004  febbraio 28 Sabato calendario

Secondo le statistiche dell’Eures, il 28,7% degli omicidi avviene fra le mura domestiche. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, allarmi elettronici e cani da guardia si rivelano del tutto inutili

Secondo le statistiche dell’Eures, il 28,7% degli omicidi avviene fra le mura domestiche. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, allarmi elettronici e cani da guardia si rivelano del tutto inutili. Perché il killer, molto spesso, è il coniuge. Il movente passionale è di gran lunga il più frequente: un omicidio domestico su tre è infatti mosso dalla faccia oscura dell’amore, la gelosia. E se oltre al coniuge tra le vittime si includono anche ex partner, amanti, spasimanti e rivali, allora si può arrivare a dire che quasi la metà degli omicidi consumati in casa sono scatenati da pulsioni affettive sfuggite al controllo. Non a caso, la camera da letto è lo scenario più frequente: qui avviene il 26,9% degli episodi cruenti. Anche la fascia di età in cui si registra il maggior numero di omicidi, quella compresa tra i 26 e i 45 anni, è legata al momento di più forte conflittualità sessuale e affettiva, e non fa che confermare la prevalenza del movente passionale, ancora oggi più frequente nelle regioni del Sud rispetto a quelle del Nord. Quando l’assassino è il coniuge, le vittime sono prevalentemente donne. Di fronte a un amore che finisce, di solito è il maschio a ricorrere alla violenza, pensando di poter cancellare col sangue l’umiliazione subita. Un gesto orribile, eppure fino al 1981 il nostro codice penale contemplava il ”delitto d’onore”, che considerava un’attenuante l’infedeltà della moglie nel caso in cui il marito si macchiasse di uxoricidio. Le donne tendono invece a cadere in depressione e, se commettono un crimine, tendono a punire la rivale in amore piuttosto che il partner infedele. Comunque sia, i dati mostrano che in Italia i delitti passionali non fanno che aumentare: dal 1996 a oggi sono stati causa di almeno 760 omicidi e di 79 suicidi.