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 2004  febbraio 28 Sabato calendario

La mummia di Similaun, meglio nota come Oetzi, ha ritrovato l’habitat ideale alla sua conservazione, molto simile a quello presente nel ghiacciaio che l’ha imprigionata per oltre 5

La mummia di Similaun, meglio nota come Oetzi, ha ritrovato l’habitat ideale alla sua conservazione, molto simile a quello presente nel ghiacciaio che l’ha imprigionata per oltre 5.000 anni facendola arrivare fino a noi. Si tratta di un rivestimento di 220 mattonelle di acqua purissima ghiacciata, spesse 15 mm, che trasforma la piccola cella nella quale la mummia ha passato gli ultimi 12 anni in un vero e proprio igloo capace di mantenere costanti la temperatura (-6,12°C) e l’umidità (99,42%). L’intervento è il risultato di 4 anni di modifiche, aggiornamenti dell’impianto e sperimentazioni scientifiche realizzate dagli esperti del Museo Archeologico di Bolzano, che ospita Oetzi al costo di 500 euro al giorno. Nella precedente cella frigorifera si raggiungeva un’umidità del 97,12%, non sufficiente a limitare le dispersioni energetiche dovute all’oblò per i visitatori e all’impianto di illuminazione. Oetzi avrebbe così perso 5 grammi di peso ogni 24 ore, se non avesse subito un trattamento di umidificazione artificiale ogni 2 settimane. D’ora in poi la mummia dovrà invece essere disturbata solo due volte all’anno.