Aristide Malnati, Macchina del Tempo, marzo 2004 (n.3), 28 febbraio 2004
Incisi sulle pareti delle camere mortuarie di 5 piramidi a Saqqara si trovano i cosiddetti testi delle piramidi, raccolta preziosa di scritti sepolcrali pubblicati per la prima volta nel 1882 dall’egittologo francese Gaston Maspéro e successivamente ristudiati
Incisi sulle pareti delle camere mortuarie di 5 piramidi a Saqqara si trovano i cosiddetti testi delle piramidi, raccolta preziosa di scritti sepolcrali pubblicati per la prima volta nel 1882 dall’egittologo francese Gaston Maspéro e successivamente ristudiati. Sono stati rinvenuti all’interno dei monumenti sepolcrali del re Unas (V dinastia) e di 4 sovrani della VI dinastia, Teti, Pepi I (nella foto), Merenra e Pepi II. «I testi delle piramidi sono tipici della VI dinastia» afferma Costanza De Simone, egittologa italiana di stanza al Cairo e in forza all’Unesco, «e il recente ritrovamento di simili scritti all’interno della piramide della regina Ankhesenpepi lo conferma. Tuttavia il loro significato reale per lo più si ignora». Quel che si sa è che i testi delle piramidi costituiscono una raccolta di formule magiche attraverso le quali il faraone defunto era messo in condizioni di raggiungere il luogo che gli competeva nell’aldilà accanto agli dei. Molti sono gli elementi mutuati dal libro dei morti, la bibbia degli antichi egizi. «Si può pensare con una certa attendibilità», conclude De Simone, «che i testi riguardino unicamente il faraone. possibile quindi ritenere che la regina Ankhesenpepi, sulle pareti della cui piramide sono stati trovati questi scritti magici, abbia esercitato il potere assoluto, sia stata cioè faraone per un certo periodo».