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 2004  febbraio 28 Sabato calendario

In Italia lo ha reso famoso ”Striscia la notizia”, ma pochi, forse, conoscono davvero il tapiro e sanno che questo mammifero contribuisce a mantenere in buona salute la foresta amazzonica

In Italia lo ha reso famoso ”Striscia la notizia”, ma pochi, forse, conoscono davvero il tapiro e sanno che questo mammifero contribuisce a mantenere in buona salute la foresta amazzonica. Peccato che sia minacciato d’estinzione proprio per il declino della foresta, suo habitat naturale, e per la caccia. La sua carne, infatti, viene venduta abitualmente nei mercati sudamericani per cucinare piatti tipici. Lo scienziato americano José Fragoso, che per anni ha studiato il tapiro sudamericano (Tapirus terrestris), una delle quattro specie esistenti al mondo, ha scoperto che grazie a quest’animale, nelle zone tropicali del Brasile, crescono intere foreste di palme. Il legame tra le palme – in particolare la specie Maximilliana maripa – e i tapiri si crea perché questi animali sono ghiotti dei loro frutti e ne mangiano quantità smisurate. Quindi, durante i loro lunghi spostamenti, ne disperdono i semi per migliaia di ettari attraverso le feci, contribuendo a creare veri e propri giardini di palme. Allontanando i semi dalle piante che li hanno prodotti, i tapiri fanno sì che la foresta possa espandersi e che le piantine crescano rigogliose, senza che le grosse palme sottraggano loro luce e nutrimento. Inoltre, i semi coperti dalle feci dei tapiri vengono protetti dagli attacchi dei numerosi insetti parassiti, che altrimenti li infesterebbero di uova e larve, impedendo loro di germogliare. «Situazioni come queste» spiega Giuseppe Maria Carpaneto, professore di zoologia dell’Università di Roma Tre ed esperto di ecosistemi tropicali «in cui un mammifero è fondamentale per la diffusione di una pianta, sono abbastanza tipiche delle latitudini tropicali. Un esempio è costituito dagli elefanti, determinanti per lo sviluppo dei baobab nelle savane, dalle scimmie e dai pipistrelli che si nutrono di frutta contribuendo a disperdere i semi dell’albero parasole nelle foreste tropicali africane». «In Italia» continua Carpaneto «un ruolo di questo genere potrebbe essere svolto dall’orso bruno, un mammifero onnivoro che si nutre di svariati tipi di frutti, anche se ormai di questo animale restano solo pochi esemplari».