Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  febbraio 28 Sabato calendario

Per molto tempo si è fatta parecchia confusione tra le nebulose (nuvole di gas e polvere) e le galassie (enormi raggruppamenti di stelle), perché gli astronomi non riuscivano a distinguerle

Per molto tempo si è fatta parecchia confusione tra le nebulose (nuvole di gas e polvere) e le galassie (enormi raggruppamenti di stelle), perché gli astronomi non riuscivano a distinguerle. Sotto il generico nome di nebulae andava qualunque cosa che non fosse una stella o un pianeta. Anche Charles Messier, quando nel 1783 creò il suo catalogo, non ci pensava: da cacciatore di comete, voleva solo evitare che qualcuno scambiasse le sue benamate per nebulose. Oggi si calcola che ci siano centinaia di miliardi di galassie nell’Universo. Per le nebulose, invece, i numeri sono più piccoli, ma ne vengono scoperte continuamente. I cataloghi che le raccolgono si sono via via separati, e oggi ne abbiamo alcuni specifici per galassie, come l’Uppsala General Catalogue (da cui deriva la sigla UGC seguita da un numero). La bellezza di alcune galassie o nebulose è tale che alcune sono riuscite a conquistare un nome vero accanto alla sigla. C’è per esempio la nebulosa Testa di cavallo, conosciuta anche come Barnard 33 (secondo un catalogo che contiene le nebulose oscure, quelle in cui la polvere interstellare maschera le stelle creando delle macchie nere). O la galassia Sombrero (foto sopra), la cui forma ricorda appunto il cappello messicano. In rari casi una galassia acquista il nome del suo scopritore. Come per il gruppo Maffei 1, composto da cinque galassie scoperte dall’omonimo astronomo italiano.