Arianna Dagnino, Macchina del Tempo, marzo 2004 (n.3), 28 febbraio 2004
Maestro Ennio Morricone, secondo molti esperti il sistema scolastico italiano non fornisce le basi per lo sviluppo di una cultura musicale
Maestro Ennio Morricone, secondo molti esperti il sistema scolastico italiano non fornisce le basi per lo sviluppo di una cultura musicale. Cosa ne pensa? «Purtroppo c’è stata una certa trascuratezza da parte del ministero dell’Educazione Pubblica. Gli insegnanti, e non certo per loro demerito, cercano di rendere le cose semplici. Ma il rischio è quello di far diventare la musica una materia poco importante, ricreativa, al pari dell’ora di ginnastica o di religione. In realtà bisognerebbe rendere l’insegnamento musicale qualcosa di ben più solido, aprire le menti dei ragazzi a tutti i generi musicali. Non si fa musica se non c’è sostanza sotto. Un percorso è necessario per poi arrivare a distinguere tra ”musica alta” e ”musica bassa” grazie all’insegnamento. Non per disprezzare, ma per capire e saper discernere». Si spieghi meglio. «La musica africana è elementare, oserei dire ”primitiva”, e come tale risponde a istinti musicali di base, quelli che spingono il corpo a muoversi al ritmo dei tamburi, o ai ritmi di un brano da discoteca, per arrivare ai giorni nostri. Tutt’altra cosa è la musica occidentale più sofisticata, la cosiddetta musica classica: perché possa essere compresa e apprezzata è effettivamente necessaria una fase preparatoria di acculturazione specifica». Cosa suggerirebbe come metodo di apprendimento musicale? «Non ho una formula né una soluzione a portata di mano. Credo però che la musica corale sia la più adatta soprattutto nelle prime fasi di apprendimento. Quindi spronerei un ragazzo a entrare in un coro».