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 2004  marzo 04 Giovedì calendario

Cosa pensano di euro e lira alcuni personaggi. Rosy Bindi: «Faccio ancora la controprova traducendo gli euro in lire

Cosa pensano di euro e lira alcuni personaggi. Rosy Bindi: «Faccio ancora la controprova traducendo gli euro in lire. Me lo sono imposto, serve a spendere meno. Quando parlo di denaro pubblico, mi esprimo in euro, quando invece mi riferisco alla spesa delle famiglie preferisco usare le lire. "Non ho una lira" non si può più dire, però per sottolineare una situazione veramente in rosso dico: "Non solo non abbiamo un euro, ma neppure una lira"». Gabriella Carlucci: «Se penso alla lira, mi emoziona il ricordo del mio primo stipendio. Avevo 12 anni e ho guadagnato 100 mila lire, in banconote da 10 mila: me le ha pagate mia sorella Milly: facevo l’assistente ai suoi corsi di pattinaggio». Antonio Di Pietro: «Se penso alla vecchia lira mi viene in mente il mio primo stipendio: trentamila lire al mese guadagnate lavorando in un autolavaggio. Ma il ricordo più scioccante risale al periodo di Tangentopoli: tutti pensano che le tangenti siano pagate con trasferimenti di denaro su conti bancari, ma io ho visto i sacchi di iuta pieni di mazzette da mille e da diecimila lire». Carla Fracci: «Ho vissuto tanto con la lira: ricordo quando per un gelato spendevo dieci centesimi. Ma adesso è ora di dare un taglio col passato, pensare all’euro, al progresso che contiene». Fernanda Pivano: «La prima volta che mia madre mi ha messo in mano delle lire avevo 18 anni. Mi ha detto: "Lavati le mani che sono sporche". Ancora oggi non mi sono abituata alla nuova moneta. Per pagare i taxi devo fare i calcoli come quando ero negli Stati Uniti per convertire in dollari. E come se vivessi in un Paese straniero».