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 2004  febbraio 23 Lunedì calendario

Brown Gordon

• Glasgow (Gran Bretagna) 20 febbraio 1951. Politico. Dal 1983 parlamentare laburista, dal 1997 al 2007 cancelliere dello Scacchiere (equivalente al ministero del Tesoro e delle Finanze), è subentrato nel 2007 al dimissionario Tony Blair come leader del partito laburista e primo ministro, dimissioni dopo la sconfitta nelle elezioni del 6 maggio 2010 • «Decisamente più a sinistra di Blair, ne è per molti versi l’antitesi. Odia i riflettori quanto il premier li adora. Mentre Blair si trasfigura in convincenti performance in tv, il cancelliere, riservatissimo, appare sempre nervoso e intimidito. Se il premier è spesso ingiustamente accusato di vaghezza, Brown colpisce per l’intensità e la profondità delle sue convinzioni morali e ideologiche. Figlio di un pastore della Chiesa presbiteriana scozzese, deve al padre il suo stile oratorio apocalittico e puritano, ma anche una profonda sensibilità che trascende la politica. cresciuto in un’atmosfera permeata da un forte senso del dovere e della comunità, in cui aiutare gli altri era il mestiere di famiglia. Appassionato sportivo, a 16 anni ha perso in una partita di rugby l’occhio sinistro. Dopo un dottorato in storia e una brillante carriera accademica, Brown ha seguito il curriculum del laburista doc: oggi è considerato l’ingegno più alto del governo. Filo americano quanto Blair è filo europeo, alla Toscana preferisce Cape Cod, Massachusetts, residenza estiva dei Kennedy, dove trascorre tutte le sue vacanze studiando» (Annalisa Piras, ”L’espresso” 26/2/2004) • «I politici si dividono in due categorie. Ci sono i ”politici della gente”, grandi comunicatori, con un intuito particolare per le zone erogene dell’elettorato. E ci sono i ”politici delle idee” – ”i secchioni” – che sono stimolati solo dalla teoria politico-economica. Bill Clinton ha infranto gli stereotipi: populista e teorico, due in uno. Blair e Brown, ”i gemelli siamesi” che fondarono il Nuovo Labour, rispondevano ciascuno a uno dei due profili. Blair era il comunicatore consumato che parlava la lingua del Middle England, un maestro nell’intessere relazioni personali e un politico astuto capace di trasformare i nemici in amici, la cui genialità consisteva in uno straordinario potere di persuasione. Brown era l’intellettuale che mal sopportava gli affronti – reali o immaginari – circondato da montagne di libri che trattavano argomenti del tipo La teoria della crescita economica neoendogena, notoriamente in possesso di un unico vestito e due cravatte, ma uno dei cancellieri dello Scacchiere di maggior inventiva e successo di tutti i tempi. Quando lavorano insieme, non si limitano a eclissare tutti gli altri politici a destra e sinistra, disegnano un nuovo panorama politico. Quando la tensione creativa tra loro si traduce in ostilità distruttiva, allora il governo subisce una battuta d’arresto e va in atrofia. Entrambi cristiani, Brown, figlio di un ministro della Chiesa presbiteriana di Scozia, è il teologo e Blair, della Chiesa d’Inghilterra, è l’officiante. La sola vera differenza tra i due in politica è di priorità – e geografia. Date a Brown lo scozzese un ”extra” di cinque miliardi e lo spenderà in contributi a favore dei poveri, mentre Blair l’inglese lo userà per migliorare scuole e ospedali del Middle England. La rivalità che esiste tra loro è perché Blair non vuole lasciare fino a quando non sarà entrato nella storia, mentre Brown è impaziente di prendere il posto di Tony. Solo in privato, senza gara su chi è il più bravo, sparisce l’oggetto del contendere. Il ”matrimonio” tra Blair e Brown ha attraversato fasi differenti. Il periodo 1983-90 ha visto realizzata l’unione perfetta, nella quale i due hanno combattuto insieme per salvare il Partito laburista, aiutati del ”terzo incomodo” Peter Mandelson. ”Mi ha insegnato come imprimere forza ai miei argomenti”, dice Blair di Brown, che tutto sommato era il vero leader del triumvirato. Nel 1990-92 si verifica la crisi del settimo anno, durante la quale Blair si rende conto di non essere più disposto a restare confinato in un ruolo secondario. Il periodo 1992-94 è quello della separazione, che li ha portati a lavorare in uffici diversi: Brown forma la sua squadra, visto che entrambi volevano lo stesso lavoro. Anni 1994-97: avendo Blair costretto Brown ad accettare la sua leadership, l’unione si trasforma in un matrimonio di convenienza e Brown, fedele all’impostazione calvinista, secondo la quale il suo duro lavoro sarebbe prima o poi stato premiato, attenua il suo rancore per il tradimento di Blair e soprattutto per quello di Mandelson. 1997-2001, guerra fredda nel primo governo Blair: tenendo le fila del ministero del Tesoro, Brown controlla tutta la politica industriale e sociale. Imponendo, nel 1997, le sue cinque prove economiche sull’entrata nell’area dell’euro, riesce a mettere il veto al parere favorevole di Blair. Con Blair preso dal Kosovo, Brown poté scrivere il manifesto per le elezioni del 2001 [...]» (’Corriere della Sera” 17/9/2004).