Varie, 20 gennaio 2004
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Johansson Scarlett
• New York (Stati Uniti) 22 novembre 1984. Attrice • «[...] sono bastati un paio di film da protagonista, Lost in translation e La ragazza con l’orecchino di perla, per conquistare premi e copertine. stata definita ”colei che sostituirà Sharon Stone nel cuore di chi ama le bionde”» (Maria Pia Fusco, ”la Repubblica” 24/4/2005). «Che avesse talento lo si capì fin dal suo debutto Era il 1998, e la quattordicenne Scarlett Johansson era una tosta adolescente nel film L’uomo che sussurrava ai cavalli, di e con Robert Redford. A 19, la giovane americana è una diva. Già migliore attrice al Festival di Venezia per Lost in Translation di Sophia Coppola, ha pure due candidature al Golden Globe: una per lo stesso film, come protagonista comico-brillante; e, l’altra come interprete drammatica per La ragazza con l’orecchino di perla di Peter Webber. In questo film Scarlett interpreta Greta, la modella del pittore fiammingo Vermeer ritratta nel celebre dipinto: un’interpretazione quasi senza dialogo, tutto un intrigante gioco degli occhi. E non è tutto. Dopo la commedia-thriller The Perfect Score (liceali al sabotaggio del sistema nazionale di esami), ha completato le riprese di A Love Song for Bobby Long: è una giovane donna che ispira e seduce due uomini più anziani, uno dei quali è John Travolta. [...] Aveva visto giusto Redford quando la definì ”un gioiello incastonato in una cornice in via di sviluppo, ma che già brilla di luce propria”? ”Beh, non esageriamo: io ho il senso delle proporzioni! Redford è un maestro, un’icona del cinema americano. Perciò non smettevo di fargli domande. Sentivo un grande bisogno di imparare e sapevo che il cinema già faceva parte della mia vita”. In Lost in Translation ha interpretato il suo primo ruolo di donna adulta. Come ha vissuto il passaggio da attrice bambina a teenager e quindi a protagonista femminile? ” una transizione che sei costretto a fare prima o poi. La protagonista ha qualche anno più di me, studia a Yale, è sposata da poco, è confusa, deve confrontarsi con certe scelte del mondo adulto. Niente a che fare con me. Ma per qualche ragione mi sono identificata con quella sensazione, immagino comune a tutti, di uscire all’improvviso dal sentiero conosciuto e ritrovarsi in un universo ignoto”. [...] La sua carriera ricorda più gli inizi di una Jodie Foster in Taxi Driver piuttosto che quella di Drew Barrymore. Chi l’ha guidata nelle sue scelte? ”Devo molto a mia madre, grande esperta di cinema. Ha visto tutto. un’enciclopedia vivente. Non voglio dire che mia madre mi ordini cosa fare o meno, anzi: più di una volta mi ha detto: ’Questo copione a me non mi piace per niente, ma so che a te piacerà e quindi va benissimo’. Mi ha sempre aiutata a tenere gli occhi aperti”» (Silvia Bizio, ”la Repubblica” 15/1/2004). «[...] è la bionda più glamour del cinema americano, oltreoceano conquista copertine in continuazione e fotografie patinate come ”la nuova Marilyn” e c’è chi la paragona a Lana Turner e chi a una Kim Basinger in miniatura. Perché Scarlett Johansson, nata nel novembre 1984, è piccolina, minuta anche se ha una stretta di mano granitica da scaricatore, spalle da nuotatrice e occhi che ti guardano sempre diritto e dicono anche più di quello che questa ”ragazza terribile”, anticonformista, determinata, refrattaria a ogni etichetta, dichiara. Anche quando le chiedono se la sua fama di mangiatrice di uomini e ragazzi è vera e se davvero abbia fatto pratica sessuale con Benicio Del Toro in ascensore. Risposta: ”E se anche fosse? Benicio merita ogni attenzione femminile”. Prima Scarlett è stata amata da tutti gli adolescenti-contro per il film di culto Ghost World; poi è diventata nota per Lost in Translation di Sofia Coppola; infine è ”decollata” con La ragazza con l’orecchino di perla. [...] stata sempre amata dalla critica, sino al flop macroscopico e chiacchierato del kolossal The Island di Michael Bay (Armageddon, Pearl Harbor). [...] ”Fare l’attrice non è il mio fine primario, specie in film d’azione: voglio diventare regista di piccoli e intelligenti film e di documentari. Scrivo, leggo, giro in digitale da diversi anni e ho una mia storia pronta che prende le distanze dal cinema per platee ingorde di sparatorie [...] Recito da quando avevo nove anni e sicuramente anche allora, sebbene non fossi nota e vergine, qualcuno spettegolava sui miei fidanzati immaginari [...]”» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 4/8/2005).