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 2004  gennaio 15 Giovedì calendario

Dennett Daniel

• Nato a Boston (Stati Uniti) il 28 marzo 1942. Filosofo. «Uno dei grandi filosofi contemporanei, ha una teoria per spiegare lo scontro tra Islam e Occidente: quando le idee vengono esportate - dice - possono produrre effetti tossici esattamente come i virus. Ed è quello che sta avvenendo oggi nei paesi islamici di fronte alla cultura della libertà che sta dilagando nel mondo. Dennett, che dirige il Centro di studi cognitivi alla Tufts University (Boston), è un uomo alto e solare, con una lunga barba bianca che contribuisce non poco al suo carisma. Nel 1995, quando pubblicò il suo libro più noto (L’idea pericolosa di Darwin, Bollati Boringhieri) si scontrò a lungo con il biologo evoluzionista Stephen Jay Gould che lo accusò di essere un ”fondamentalista dell’evoluzione”. Quel libro fece scalpore. Il filosofo sosteneva che non solo gli esseri umani, ma anche il loro pensiero, la cultura, l’etica, la religione, sono il prodotto dell’evoluzione. Secondo lui, le idee (che lui chiamò ’memi’, accettando la definizione di Richard Dawkins) evolvono in modo analogo ai geni nell’evoluzione biologica. Alcune idee sopravvivono meglio di altre, possono mutare e ricombinarsi in concetti del tutto nuovi. [...] Daniel Dennett è un uomo controverso. Ha dedicato tutta la sua vita intellettuale al tentativo di dare basi scientifiche e naturalistiche alla filosofia e all’etica. I suoi estimatori sostengono che ha aggiornato l’illuminismo di David Hume alla luce della teoria dell’evoluzione. In altri termini, ha cercato di creare una teoria del mondo senza bisogno di Dio. Ma forse è proprio per questa ragione che è difficile trovare un filosofo così influente che susciti critiche così viscerali. La rivista neoconservatrice ’The Public Interest’ lo ha definito "fondamentalista dell’evoluzione". ’The Weekly Standard’ lo ha dipinto come un "vigoroso evangelista della psicologia evolutiva". La rivista liberal ’American Prospect’ lo ha accusato di "totalitarismo cibernetico". Il biologo Niles Eldredge lo ha descritto come un "ultra-darwinista" [...]» (Enrico Pedemonte, ”L’espresso” 15/1/2004).