Varie, 3 ottobre 2003
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SANSA Maya Roma 25 settembre 1975. Attrice • «Si è imposta tra le interpreti più interessanti e intense del nostro cinema, dopo soli quattro anni di carriera
SANSA Maya Roma 25 settembre 1975. Attrice • «Si è imposta tra le interpreti più interessanti e intense del nostro cinema, dopo soli quattro anni di carriera. Ma non a caso: alle spalle c´è una profonda determinazione e uno studio di quattro anni di studio in una delle più prestigiose scuole di arte drammatica a Londra. E un esordio felice: la pirandelliana Annetta, La balia di Marco Bellocchio. ”Sono molto legata a Bellocchio, per me è come un padre. Quando mi ha cercato per La balia ero ancora in Accademia a Londra, ho fatto sei provini prima di avere il ruolo, ero emozionatissima, era la mia prima volta su un set. Poi, quando ho saputo che cercavo un´attrice per Buongiorno, notte morivo dalla voglia di chiamarlo ma non l´ho fatto, conoscendolo ho pensato che sarebbe stato controproducente. Alla fine mi ha chiamato lui, mi sono preparata moltissimo, ho letto la Braghetti, Franceschini, Morucci, nel ´78 avevo due anni e mezzo, non avevo ricordi personali e Marco non mi aveva dato la sceneggiatura. Ho cercato il punto di vista dei brigatisti, scegliendo di credere nella loro sincerità, se avessi cominciato a sospettare avrei solo confuso le idee. Ho fatto tre provini, il secondo era andato male, ero disperata. Marco mi ha chiamato a una settimana dalle riprese, finalmente ho avuto tutte le risposte che cercavo su Chiara. [...] Con Bellocchio è stata una fatica gigantesca, Marco ti costringe a scavare dentro, cercare nell´intimo cose anche sgradevoli, ma per chi ama questo lavoro è una fatica meravigliosa. Con Giordana è stato un lavoro corale, c´era un clima di leggerezza, siamo legati da un´amicizia che dura nel tempo, ci cerchiamo spesso. Mi piacerebbe lavorare ancora sia con Bellocchio sia con Giordana. [...] Io sono nata a Roma, mia madre è italiana, mio padre è iraniano. L´ho cercato e l´ho incontrato per la prima volta quando aveva 15 anni, adesso abbiamo un bellissimo rapporto. L´estate scorsa sono andata per la prima volta in Iran a conoscere i nonni e la famiglia. stata un´emozione forte che non so descrivere a parole, mi sono sentita accettata, accolta con espressioni di calore e d´affetto, soprattutto all´interno delle case. Mi sono ”riconosciuta’, del resto somiglio più a mio padre che a mia madre. [...] Mi piacerebbe lavorare all´estero, recitare in inglese, uscire dai ruoli ombrosi e fare una commedia, Ma per ora non ho progetti”» (Maria Pia Fusco, ”la Repubblica” 29/9/2003). «La meglio gioventù è durato sei mesi. Un lavoro corale, mi rendevo conto di essere in un progetto molto ampio ma anche molto gioioso e rilassante. Nessuna tensione, il set era un appuntamento piacevole. Una bella atmosfera, penso che mi abbia aiutata ad affrontare il personaggio: Mirella è una donna serena. Nella sceneggiatura era un po´ vittima della vita e della sua solitudine isolana, poi invece insieme agli autori e con il loro benestare è diventato un personaggio libero. [...] Quando rimane delusa da Matteo che la tratta male e l´allontana, inizialmente era previsto che piangesse e gli dicesse ”ti amo”. Ma in quel contesto di durezza non doveva piangere, non doveva reagire dicendo ”perché mi fai questo”. Sarebbe stata una vittima, e sarebbe stata patetica. No, invece si mantiene distaccata e dignitosa di fronte a una chiusura così violenta. E penso che la scena sia venuta molto bella così. Anche la scena finale, nata sul set, è riuscitissima: la passeggiata di Mirella con Nicola mentre Matteo (che è morto) compare tra loro come un angelo custode sorridente. Una scelta coraggiosa, venuta in modo così genuino, grazie alla sintonia tra il regista e noi interpreti. [...] Bellocchio sa quello che vuole, ne ha una visione chiarissima e profonda, ma sul set è morbido, è aperto a tutti i contributi. Ci mette molto a scegliere gli attori ma una volta scelti la fiducia è assoluta. In questo caso ti permetteva, all´interno di una prigione, di essere molto libero e creativo. Di dire quello che sentivi senza timore di disturbare, sempre benvenuto all´insegna della gentilezza. Naturale che con la stessa galanteria Marco risponde di no alla tua proposta» (Paolo D’Agostini, ”la Repubblica” 25/11/2003).