varie, 20 agosto 2003
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BALDINI Eraldo Russi (Ravenna) 21 dicembre 1952. Scrittore • « un autore noir? Mistery? Horror? Lo amano, stimano e frequentano i giallisti d´Italia come Carlo Lucarelli e Andrea G
BALDINI Eraldo Russi (Ravenna) 21 dicembre 1952. Scrittore • « un autore noir? Mistery? Horror? Lo amano, stimano e frequentano i giallisti d´Italia come Carlo Lucarelli e Andrea G.Pinketts. caro al principe della fantascienza storica nostrana, Valerio Evangelisti. La sua esplorazione del glocale e delle ”inquietudini arcaiche” (eredità, questa, della sua prima professione: antropologo ed etnografo) gli vale l´ammirazione di Francesco Guccini. Nei suoi libri, da Mal´aria a Gotico rurale fino a Bambini, ragni e altri predatori (Einaudi Stile Libero, pagg. 289, euro 13) ci sono mostri, fantasmi bambini e piccoli omicidi, e sguardi che pietrificano, e nebbie gelide che avanzano. Sembra Stephen King, a dirla così: e la definizione di ”King italiano” è, in effetti, quella più ricorrente. Gli fa piacere, con un distinguo: ”King ha l´abitudine tutta americana di concretizzare e spiegare il mistero. Anche a costo di risolvere con finali ingenui. Fino a cinquanta pagine dalla fine It, per esempio, è uno stupendo romanzo sulla magia dell´infanzia, dove ogni bambino rappresenta il male in forme diverse, chi vede una mummia, chi il lupo mannaro, chi un uccellaccio...Poi King toglie la magia spiegando che la vera causa di tutto è un enorme ragno nel sottosuolo... [...] Credo che i limiti di certo horror nostrano siano principalmente due: il primo è quello di non saper resistere alla tentazione di un impressionismo che confina con lo splatter; la seconda è quella di volersi rifare, appunto, a modelli provenienti da lontano, ignorando una verità importante: le nostre italianissime culture popolari, dalle fiabe, alle leggende, ai racconti di veglia, fino alle chiacchiere di vicinato, non hanno bisogno di apporti, sono già ricchissime di figure, storie e suggestioni straordinarie per un narratore [...] I miei dèi e demoni si celano (o si manifestano) in dimensioni e collocazioni più vicine: stanno appunto nel quotidiano, nel familiare, e proprio per questo sono, credo, meno imponenti ma ancora più inquietanti. E poi una sorta di cosmogonia animista e panteista sta alla base di quelle culture autoctone e non del tutto cancellate a cui spesso faccio riferimento: lì Natura e Sopranatura non solo si confondono, ma hanno anche le stesse caratteristiche degli ”dèi ciechi” di Lovecraft, nel senso che la loro forza non è né negativa né positiva: è Forza e basta, in contrasto con la debolezza dell´uomo. Quell´uomo che non potrà mai vincere il Mistero e liberarsi dalla Paura. [...] I miei romanzi e racconti non sono ”horror”. Li definirei piuttosto ”del mistero”, e spesso non sono privi di ironia e di humor nero, proprio come i racconti popolari. E se devo trovare un´affinità penso al Dino Buzzati dei racconti. Straordinari. Se si facesse un´antologia incrociata dove si marca l´aspetto del Buzzati noir la sua riscoperta da parte dei giovani sarebbe immediata ed entusiasta”» (Loredana Lipperini, ”la Repubblica” 20/8/2003).