Varie, 9 agosto 2003
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SALVATO Ersilia Castellammare di Stabia (Napoli) 30 giugno 1941. Politico. Plurideputata e senatrice (otto volte in Parlamento), già vicepresidente del Senato
SALVATO Ersilia Castellammare di Stabia (Napoli) 30 giugno 1941. Politico. Plurideputata e senatrice (otto volte in Parlamento), già vicepresidente del Senato. Sindaco di Castellammare di Stabia • «[…] monumentale leader storica della sinistra radicale stabiese. Docente alle medie, deputata e poi senatrice dal 1976, prima del Pci, poi di Rifondazione, poi ancora dei Comunisti Italiani dopo la scissione sulla sfiducia al governo Prodi e infine della Quercia, dov’era approdata per la delusione (’uno scacco personale e politico”) d’esser stata scartata come Guardasigilli in favore di Diliberto ”solo perché non abbastanza cossuttiana”: cosa c’era di meglio, pensarono in riva al golfo, di una che è stata anche vice presidente del Senato? Lei accettò, vinse largo alle elezioni nonostante il gran ritorno in appoggio al suo rivale di Antonio Gava (che ai tempi belli era stato il patriarca della cittadina), si insediò in municipio (’mi guardavano come una matta: ma come, alle otto e mezzo di mattina già sta qua?”) e fece la rivoluzione. Non rossa: rosa. Nominò un vice sindaco e sei assessori donne, tra cui Anna Maria Carloni, leader del movimento ”Emily” di Napoli e compagna di Antonio Bassolino. E poi una donna (Argia Albanese) quale presidente delle Terme Stabiane, e una donna (Franca Fiorenzano) come segretaria generale e una donna (Rosa Desiderio) a capo dei vigili urbani e ancora una donna (Isa Ferraguti) alla guida dell’azienda municipalizzata dei servizi. Il che, in un paese come il nostro […] apparve a molti, di destra e di sinistra, più o meno come lo sbarco dei marziani Un mese e mezzo dopo dentro la sinistra era già guerra. Conclusa alla fine di aprile del 2004, dopo un paio d’anni di contrasti, con un patto trasversale tra sinistra e destra e le dimissioni di 18 consiglieri comunali (oltre la metà della maggioranza) su 30. Un gesto che automaticamente portò allo scioglimento del consiglio e alla nomina di un commissario. ”Una vergogna”, dissero le donne di ”Emily”. ”Una vergogna”, denunciò la Salvato, ”Destra e sinistra si sono saldate per difendere i propri interessi. Che coincidono con un vecchio modo di far politica, basato su logiche spartitorie”. Falso, risposero gli avversari interni: ” che lei voleva fare tutto da sola. Ma un sindaco non è un podestà”. Così, quando i partiti dell’Ulivo si sono compattati per candidare Salvatore Vozza, operaio, un decennio da deputato, uomo forte tra i diessini campani, membro della direzione, militante del Correntone, l’Ersilia ha deciso: ”Corro anch’io”. E ha messo insieme un po’ di liste, tra cui quella dei Comunisti italiani e una di dissidenti della Margherita, per riaprire quell’esperienza che, accusa, le hanno mozzato. […]» (Gian Antonio Stella, ”Corriere della Sera” 22/3/2005). «Nell´età della saggezza e della prudente riflessione teorica Ersilia, che i più ricordano molto concentrata su magnifiche riflessioni teoriche mai mancando nella mano la pipa, si è invece scatenata e sta dando scandalo. A Castellammare oggi è un fuggi fuggi: Ersilia la comunista si è impadronita del municipio e bastona il centrosinistra senza pietà. Ha iniziato componendo la giunta come pareva giusto a lei. Dopo due ore di governo ha mandato per strada Rifondazione, qualche giorno dopo ha castigato Udeur e licenziato i Verdi. Poi è toccato ai Ds, infine alla Margherita. Adesso sono tutti fuori al municipio e si disperano. ”Che sia pazza, che lo sia davvero o ci faccia, mi interessa poco. Io non la sopporto più, qui a Castellammare nessuno la sopporta più”. [...] Il popolo applaude: ”Brava Ersilia, continua così”.[...] In un anno si è dimessa tre volte, una per davvero e due per finta; ha aperto e mai chiuso quasi sei crisi. I suoi compagni in consiglio comunale gli hanno bocciato tutto quel che gli passava sotto mano: bilancio preventivo e consuntivo, variante del Prg, sette nomi di assessori. [...] Però non si può dire che Ersilia non sia onesta, né si può tacere che ha un grande appeal elettorale specialmente tra i ceti meno abbienti. E nessuno può negare che in tutte le ore del giorno lei sia nella sua stanza a lavorare. questo l´unico guaio, il fatto che le vada bene così, o peggio: che solo così, in questo match permanente con il resto del mondo lei abbia ritrovato il senso della sua missione. La sua assessora alla cultura, la filosofa crociana Emma Giammattei, esalta ”questa nostra instabilità strutturale. Siamo come la nostra città: fatta di operai ma con vocazione di meta turistica, senza identità definita e senza omogeneità. Ma il fatto è che Ersilia e anche io crediamo che si debba andare avanti, nonostante tutto. Ecco: nonostante tutto. Io poi cito Adorno per risolvere il problema: credo molto nelle forze della decadenza”» (Antonello Caporale, ”la Repubblica” 4/8/2003).