Varie, 16 luglio 2003
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CÈ Alessandro Castrezzato (Brescia) 16 ottobre 1955. Politico. Eletto alla Camera nel 1996 e 2001 (Lega Nord) • «Se gioca la nazionale, lui piuttosto con sottile gioco linguistico tifa Forza Croazia
CÈ Alessandro Castrezzato (Brescia) 16 ottobre 1955. Politico. Eletto alla Camera nel 1996 e 2001 (Lega Nord) • «Se gioca la nazionale, lui piuttosto con sottile gioco linguistico tifa Forza Croazia. Se deve scegliere, meglio Rita Pavone che l’Inno di Mameli. Se si deve fare sesso, fuori o dentro al matrimonio, va bene ma niente fecondazione assistita (’Non è pensabile che un bambino possa avere tre madri e due padri”, 13 giugno 2002). Detesta le reti Mediaset, (’Razziste: se continuano così la coalizione è a rischio”, 12 marzo 2002) nelle quali sciaguratamente la Gialappa’s scorrazza caricaturando Bossi e i lumbard, soprattutto definendo lui stesso ”un europirla”. Ai clandestini comminerebbe volentieri i lavori forzati (’L’immigrato clandestino è punito con la reclusione da tre a cinque anni, da trascorrere adibito a lavori finalizzati al ripristino del territorio”, disegno di legge del 27 settembre 2000) • […] Un fenomeno sottostimato. […] Medico chirurgo della Valtrompia con una passione promozional-legislativa per le strade della Valtrompia […] uscito dagli albori della gravidanza leghista, ovvero nell’onda forte dell’antipolitica made in Tangentopoli» (’La Stampa” 26/7/2003) • «Satirici e vignettisti insistono sul significato diciamo ontologico del cognome ”Cè c´è, o ci fa?” ”Cè c´è: ma ci sarà?”. La questione metafisica di qualcuno che è eletto al Parlamento per dire ”Roma ladrona” non è un affare da poco, perciò lo si lascia volentieri ai nostri posteri. E che si divertano, alla nostra postuma salute. Ma quello che andrebbe finalmente sottolineato è il contenuto guerrigliero di quel Cè/Che. Le camerette di Oggiono e di Cuggiono decorate da poster con il pugnace Cè che si autoimpone il bavaglio, verdi librerie di Usmate e Carnate con vetrine dedicate al Diario del Cè in Ladronia [...]» (Stefano Bartezzaghi, ”la Repubblica” 7/4/2004) • «’Perché posso attaccare la Chiesa, perché posso dire che Pisanu ha fallito, perché posso chiedergli di cambiare mestiere? Perché sono un vero idealista, non ho scheletri nell’armadio, rispondo solo ai miei elettori, sono convinto che non ha senso stare nel governo per non cambiare nulla”. Medico chirurgo, si descrive così. In altre parole: ”Dico sempre quello che penso”. Nel 1996, prima legislatura, era solo uno dei tanti leghisti in Parlamento: si batteva per l’istituzione del geriatra di base e per la formazione dei medici specialisti. Oggi è l’anima del gruppo della Lega Nord: quando serve parla senza peli sulla lingua, scrive sempre da solo i suoi discorsi, una telefonata con Bossi serve a concordare la linea (’lui è ministro, io no, ruoli diversi e in alcuni casi anche parole diverse”). […] Del suo carattere raccontano i resoconti parlamentari. Ma non solo. Le cronache, febbraio del 1997, Mantova, durante una manifestazione, lo ricordano intento a fare a cazzotti con i carabinieri, trattenuto in caserma per oltraggio al pubblico ufficiale, portato in trionfo da un centinaio di camicie verdi al momento del rilascio, infine cittadino che denuncia il torto subito dall’autorità: ”Avevo solo chiesto di migliorare il servizio d’ordine e per risposta mi hanno sferrato due pugni”. Versione dei militari: ”Pretendeva di fermare il corteo e si è rifiutato di dare le generalità”. Conclusione: la Lega annuncia che al Nord è ormai improrogabile l’istituzione della polizia padana» (’Corriere della Sera” 26/6/2003).