Villaggio globale n.49, Sette 15/06/1995, 15 giugno 1995
Attori. Tra i modi con cui si allevia la sofferenza dei detenuti o si tenta di "recuperarli", le rappresentazioni teatrali
Attori. Tra i modi con cui si allevia la sofferenza dei detenuti o si tenta di "recuperarli", le rappresentazioni teatrali. Tra le messe in scena recenti un’"Antigone" interpretata da ex tossicodipendenti, un "Marat-Sade" dei carcerati di Volterra (la Compagnia della Fortezza) premiata con il premio Ubu, un ”Cyrano” di Rostand di 28 carcerati di Orvieto e Perugia. Quest’ultimo, messo in scena a Torino e al Piccolo Eliseo di Roma e prossimamenbte in onda anche in tv, fu diretto da Antonello Aglioti, già aiuto di Memè Perlini, il quale dopo sette mesi di lavoro durissimo sulla tecnica teatrale voleva smettere, propose dunque di rappresentare il "Cyrano" "perchè era così difficile che ci rinunceranno", i detenuti invece si appassionarono, arrivarono anche 60 milioni da Micaela Gioia, manager torinese, ("in carcere ho trovato un’umanità incredibile"). Aglioti: ”Cyrano è l’uomo bruto, escluso, con la voglia di scrivere, che vive nascondendosi. Alla fine è stato facilissimo adattarlo a loro, sentono fortissimo l’amore per la donna, il senso della cavalleria, l’emarginazione”. Osvaldo Guerrieri, giornalista: ”Aglioti racconta che, all’inizio, i suoi attori non capivano niente, pensavano allo spettacolo soltanto come a un mezzo per uscire dal carcere. Ora non gli par vero di lavorare. Lavorare è già molto, perchè nessuno come i carcerati è abbandonato a se stesso”. Fra gli interpreti Ettore Pilone, condannato a 29 anni per l’omicidio dell’amante diciannovenne, Patrizia Badiani, condannata all’ergastolo, che fece uccidere il marito nel ’76. Per poter ingannare il tempo facendo l’attore i colpevoli di omicidio devono aver scontato almeno un quarto della pena.