Riccardo Orizio, ཿla Repubblica 21/05/2002, 21 maggio 2002
Gli animalisti ostacolano crescita economica e sviluppo scientifico, questa la posizione di Blair per il quale era arrivata l’ora di condannare la «moda antiscientifica» in voga in Occidente e scendere al fianco dei ricercatori, dei laboratori, delle aziende farmaceutiche e di tutto coloro che lavorano per il progresso dell’umanità: «In India molti mi hanno detto che l’atteggiamento antiscientifico che sta crescendo nelle economie occidentali ha aperto loro grandi opportunità, che non mancheranno di essere sfruttate», disse il premier britannico in un’intervista al ”Times” accusando gli animalisti di avere «un approccio conservatore da ”piccola Inghilterra” che non si vuole aprire al mondo»
Gli animalisti ostacolano crescita economica e sviluppo scientifico, questa la posizione di Blair per il quale era arrivata l’ora di condannare la «moda antiscientifica» in voga in Occidente e scendere al fianco dei ricercatori, dei laboratori, delle aziende farmaceutiche e di tutto coloro che lavorano per il progresso dell’umanità: «In India molti mi hanno detto che l’atteggiamento antiscientifico che sta crescendo nelle economie occidentali ha aperto loro grandi opportunità, che non mancheranno di essere sfruttate», disse il premier britannico in un’intervista al ”Times” accusando gli animalisti di avere «un approccio conservatore da ”piccola Inghilterra” che non si vuole aprire al mondo». Nel gennaio dell’anno scorso la società inglese Huntington Life Sciences, che studia nuove potenziali cure per malattie come Aids e l’Alzheimer ma è accusata di condurre esperimenti su animali, rischiò di fallire perché i suoi azionisti (tra i quali alcune importanti banche) temevano il boicottaggio degli attivisti. Alla fine un (anonimo) finanziere americano comprò la società salvando 1.100 posti di lavoro.