Charles Sprawson "L’ombra del massaggiatore nero. Il nuotatore, questo eroe" Adelphi, Milano 1996, 3 dicembre 2001
Fino all’epoca di Elisabetta I, i movimenti del nuoto ispirati a quelli del cane. Da quel momento in poi, ispirato a quelli della rana
Fino all’epoca di Elisabetta I, i movimenti del nuoto ispirati a quelli del cane. Da quel momento in poi, ispirato a quelli della rana. ”Si tenevano le rane in tinozze a fianco delle piscine come modello e la gente ammirava il meraviglioso movimento a elica delle loro gambe sotto il ginocchio. Nel 1879 il "Boys Own Paper" ”raccomandava agli apprendisti nuotatori di mettere sul pavimento un catino d’acqua con dentro una rana e di coricarsi con la pancia su uno sgabello per cercare di imitarne i movimenti. Non era nemmeno un consiglio nuovo perché già nel Virtuoso di Shadwell, del 1676, Lady Gimrack descriveva così il marito che imparava a nuotare: "Tiene una rana in una boccia piena d’acqua legata ai fianchi con una corda, la qual corda sir Nicholas stringe fra i denti, stando sdraiato bocconi su una tavola; quando la rana muove gli arti lui fa altrettanto e il suo maestro di nuoto gli sta accanto per dirgli se la imita bene o male". Quando gli chiesero se avesse mai provato a nuotare in acqua sir Nicholas rispose: "No, ma nuoto molto graziosamente sulla terraferma"”.