Varie, 21 febbraio 2003
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Gainsbourg Charlotte
• Londra (Gran Bretagna) 22 luglio 1971. Attrice • «Nata dall’unione tra Jane Birkin e Serge Gainsbourg, due prototipi della cultura trasgressiva Anni 70, sembra ormai lontana dai condizionamenti familiari che l´’vevano resa un’adolescente inquieta, oppressa dall’ombra lunga di quei due genitori ingombranti. D’altra parte non capita a tutte le ragazzine tredicenni di cantare in coppia con il padre una canzone provocatoria come Lemon incest e di recitare, sempre giovanissima, al fianco di mamma e di papà in film che giocano sulla complessità dei rapporti familiari: ”E’ vero, all’inizio, per questa storia dei miei genitori, ho sofferto molto, anche se soffrire è una parola un po’ grossa. Ero timidissima ed essere costretta, nelle interviste, a parlare sempre di loro mi costava non poco. Per un lungo periodo ho pensato che rispondere a quel genere di domande fosse un po’ come farsi derubare del proprio privato”. A poco a poco, recitando diretta da autori francesi come Agnes Varda, Jacques Doillon, Claude Miller, Bertrand Blier, Michel Blanc, ha acquistato sempre maggiore sicurezza e finalmente, anche sul grande schermo, è riuscita a liberarsi dello stereotipo della ragazza tormentata: ”La cosa più importante è interpretare personaggi appassionanti, dentro i quali è possibile perdersi”. In Italia ha lavorato con Paolo e Vittorio Taviani nel Sole anche di notte e con Franco Zeffirelli che l’ha trasformata nell’eroina romantica e proto-femminista di Jane Eyre: ”E’ stata un’esperienza interessante, ma anche molto difficile; Zeffirelli era gentilissimo, però non avevamo molti contatti e io mi sono sentita parecchio sola. Comunque in quell’occasione ho imparato un sacco di cose [...] Sono cresciuta con film tipo Shining e Carrie lo sguardo di Satana, mi sono rimasti impressi anche perchè appartengono a un genere di pellicole del terrore che non si è più fatto. Mi diverte l’horror non sanguinario, tipo Rosemary’s baby, mi piacerebbe mettermi alla prova in un film così”» (Fulvia Caprara, ”La Stampa” 21/2/2003).