Varie, 31 gennaio 2003
Tags : Paul Anka
Anka Paul
• Ottawa (Canada) 30 luglio 1941. Cantante. Autore • «[...] il ragazzo di Diana, il primo idolo degli adolescenti [...] ha più o meno gli stessi anni di Paul McCartney e Mick Jagger [...] eppure la sua storia è lontanissima. “Vengo dagli anni Cinquanta” sorride. Aveva solo 16 anni quando si affacciò sulla scena (era il ’58, nel mondo impazzavano i Platters e da noi Nel blu dipinto di blu). Diana, una sorta di dichiarazione d’amore a una ragazza di due anni più grande di lui proclamava: “I’m so young and yo are so old” (“Io sono così giovane e tu così grande”). Diventò un manifesto musicale (decine di milioni di dischi venduti, milioni di dollari nelle tasche del giovanotto canadese). Un successo troppo precoce. Dopo pochi anni la musica sarebbe stata del tutto rivoluzionata dai Beatles e dai Rolling Stones. “Le mie erano canzoni innocenti, adolescenziali, assolutamente ingenue” [...]. Un’innocenza travolta dalla seconda rivoluzione rock. E il successo fantastico di Paul Anka si sciolse come neve al sole. Anche se il cantautore rimase comunque attivo nel circuito di Las Vegas, cantando in convention [...] o scrivendo per altri. [...] firmò My way (scrivendo un testo su misura sulla musica del francese Claude François) e Let me try again finite nel songbook di Frank Sinatra. “Siamo stati grandi amici” racconta di The Voice. E rivela: “Frank è stato un modello per me. Era così, allora. Voglio dire prima dei Beatles. Se, chi faceva musica, voleva sopravvivere doveva immaginare una carriera ritagliata su quella di Sinatra e del suo Clan. Così imponevano il mercato e l’ambiente, decisamente controllato dalla mafia”. L’industria del divertimento era nelle mani degli italoamercani: “I concerti, i juke box, tutto il music businness era cosa loro. Al di là delle attività illecite erano degli uomini d’affari e di potere. Kennedy, per essere eletto presidente, venne a Las Vegas per incontrare il boss Sam Giancana. Insomma, quelli erano anche i miei boss. Dovevi comportarti come dicevano loro e, per lavorarci, bastava una stretta di mano”. Negli anni del declino Paul Anka venne spesso in Italia. Fu più volte ospite di Sanremo. “Ogni volta fu un grande successo” [...] “Mi piaceva cantare in Italia, solo che era un guaio farsi pagare i diritti. Ma in fondo non mi importava più di tanto. Per chi fa i soldi facilmente come noi cantanti (uno come me a 16 anni si vedeva arrivare diecimila dollari a settimana per aver scritto stupidaggini tipo ‘I’m so young and yo are so old’) il denaro finisce per non avere peso”. [...]» (Marco Molendini, “Il Messaggero” 15/11/2005). «Ha avuto il suo primo hit, Diana, (20 milioni di copie) a 16 anni. Negli anni ’60 ha scritto My Way per Sinatra e venduto oltre 10 milioni di album in tutto il mondo, grazie a classici quali Put Your Head on My Shoulder, You’re Having My Baby, Lonely Boy.[...]» (Alessandra Farkas, “Corriere della Sera” 12/6/2005).