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 2003  gennaio 31 Venerdì calendario

Aimee Anouk

• (Françoise Sorya Dreyfus) Parigi (Francia) 27 aprile 1932. Attrice. «Una principessa del cinema francese […] Occhi enormi e una faccia seria che sembrava vedere un destino tragico e inevitabile, ma al tempo stesso incantava. Esordì giovanissima in La Maison sous la Mer (1947, Henry Calef) […] La parte che meglio catturò il suo fragile pessimismo fu in un corto, The Crimson Curtain (1952, Alexandre Astruc) […] È la ninfomane de La Dolce Vita (1960, Fellini) […] Lola (1960, Jacques Demy) arrivò come una sorpresa e un sollievo: nel più magico dei film della Nouvelle Vague le fu finalmente permesso di ridere (sguaiatamente), agitarsi […] In seguito lavorò ne L’imprevisto (1961, Lattuada), Il giudizio universale (1961, De Sica), fu una delle lesbiche in Sodoma e Gomorra (1962, Aldrich) […] Passati i quaranta, sposata e divorziata da Albert Finney, apparì per Lelouch in Second Chance (1976). In seguito è comparsa in Salto nel vuoto (1980, Bellocchio), è stata la moglie ne La Tragedia di un uomo ridicolo (1981, Bernardo Bertolucci)» (David Thomson, The New Biographical Dictionary of Film, Alfred A. Knop, New York 2002). «Iniziai a 13 anni, ero Francoise Sorya Dreyfus, avevo seguito danza a Marsiglia e recitazione a Parigi. Dal primo personaggio, Anouk, conservai il nome; Aimée, Amata, fu un cognome affettuoso regalatomi dal poeta Jacques Prevert sul set di un film a Verona ispirato alla Giulietta scespiriana […] Credo all’attore internazionale che fa film commoventi per chiunque. Non lavoro a Hollywood ma ebbi un Golden Globe e una nomination all’Oscar per Un uomo, una donna […] Il cinema è un mestiere sempre uguale, ma cambiano le affettuose famiglie che lo popolano, in cui ti senti libera e protetta come con Démy, Lelouch, Fellini […] Mastroianni era grande, come attore e uomo. Stare con lui, la sua allegria e il suo umorismo era meraviglioso, ma unico e indimenticabile fu Gérard Philippe […] A Los Angeles con Démy per Model shop mi presentarono un ragazzo alle prime armi, Harrison Ford. A noi piaceva ma il produttore disse: quello non fa una lira» (Maurizio Porro, “Corriere della Sera” 14/2/2003).