varie, 17 dicembre 2002
Tags : Wes Anderson
Anderson Wes
• Houston (Stati Uniti) 1 maggio 1969. Regista • «Il più quotato di Hollywood, quello con cui le star più raffinate vorrebbero lavorare. […] tra i pochi riusciti a mantenere intatta la propria personalità d’autore lavorando con case di produzione come la Columbia e la Disney […] Texano con una passione per New York, Woody Allen, Alfred Hitchcock e Il Gattopardo […] Il suo primo film, Bottle Rocket venne ignorato, sì, da gran parte del pubblico, ma notato subito dalla critica e dai produttori in ricerca di nuovi talenti. Il successivo, Rushmore, diventò nel giro di pochi giorni un film di culto» (Antonio Monda, ”Il Venerdì” 15/3/2002). «Il più giovane della nuova generazione di autori americani di cui fanno parte anche Quentin Tarantino, Richard Linklater, Alexander Payne e Paul Thomas Anderson […] Con un procedimento uguale e contrario a quello hitchcockiano che immaginava persone normali in circostanze eccezionali, lui fotografa persone straordinarie a confronto con l’insostenibile leggerezza della normalità che le costringe a un’improvvisa presa di coscienza della propria vulnerabilissima umanità. […] ”Mi piace lavorare alla composizione dell’inquadratura, avere il controllo della situazione, il ritmo deve essere perfetto, ma gli attori sono anche liberi di improvvisare. Nei gesti, però, mai nelle parole […] Dico che i miei film sono commedie perché è più semplice. difficile trovare una definizione adatta al mix di dramma e ironia che caratterizza le mie storie”» (Alessandra De Luca, ”Ciak” n. 4/2002). «Amo Hal Ashby, un regista quasi dimenticato, ma che ha segnato in maniera fondamentale il cinema degli anni Settanta. Tra i miei film preferiti ci sono L’ultima corvée e Oltre il giardino […] Il mio cinema non esisterebbe senza i film di Scorsese, in particolare L’età dell’innocenza, come del resto senza i libri di Salinger» (Antonio Monda, ”la Repubblica” 27/12/2001). «Sembra Wittgenstein, con quell’aria spettrale, l’abbigliamento trasandato e la faccia da geniaccio stralunato» (Giulia Zonca, ”Specchio” 30/3/2002). «[...] ”Uso molta scrittura nelle mie pellicole, come faceva Truffaut, ma la font Futura 33 l’ho rubata a Stanley Kubrick” [...] negli anni Settanta era un bambino ”mi innamorai allora di Jacques Cousteau, è stato il supereroe della mia infanzia, guardavo le sue imprese in televisione, era una star, un inventore, un avventuriero dei mari, ma soprattutto del cinema” [...]. Gli anni Settanta, seppure filtrati attraverso il gioco dell’irrealtà, sono una cifra indelebile per Wes Anderson, ”tutti i miei film si allacciano a quel periodo [...] Anche i miei riferimenti cinematografici arrivano dal quel passato: Peter Bogdanovich, Hal Ashby [...] Ho una particolare predilezione per la fotografia subacquea, perché con l’acqua si possono creare due mondi diversi: quello sommerso, irreale, abitato da strane creature marine, e quello in superficie con gli attori in carne e ossa. [...]” [...]» (Giulia Sbarigia, ”il manifesto” 23/2/2005).