Varie, 19 novembre 2002
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Pelosi Nancy
• (Nancy D’Alessandro) Baltimora (Stati Uniti) 26 marzo 1940. Politico. Leader democratico alla Camera • «Nella sostanza è l’anti-Bush, il volto e la voce della opposizione al presidente. I colleghi l’hanno eletta capogruppo con 177 voti contro 29, respingendo la candidatura dell’unico rivale, il deputato nero Harold Ford, 32 anni. ”E’ una svolta epocale nella nostra storia – ha commentato il politologo Larry Sabato – e nella storia degli italiani d’America”. Nessuna donna aveva mai raggiunto una così alta carica al Congresso, anche se un’altra italo americana, Geraldine Ferraro, fu candidata (sconfitta) alla vicepresidenza degli Usa nell’84. [...] E’ una liberal, esponente della sinistra storica [...] Invano il Democratic leadership council (i neo democratici) da cui emerse l’ex presidente Clinton ha ammonito che ”appartiene al Jurassic Park del partito”. Nell’88 gli elettori democratici di San Francisco la elessero alla Camera. E’ sposata a un ricco finanziere, Paul Pelosi, con 5 figli e il primo nipote in arrivo. Nel ’76, aveva diretto la bizzarra campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti del governatore della California Jerry Brown. Nell’82 era diventata tesoriere dei democratici californiani, e nell’87 il loro leader. All’arrivo a Washington, raccontò che si era candidata al seggio di un’amica morta di cancro, Sala Burton, per completarne missione. Ma nel ’90 venne rieletta con l’80 per cento dei voti, e non si guardò più indietro. [...] Suo padre era Tommaso D’Alessandro, detto ”Big Tom”, un mitico sindaco democratico di Baltimora. ”Da lui ho ereditato la passione per la giustizia sociale ed economica, ma ho anche imparato che alle elezioni contano soprattutto i fondi e i voti”, racconta. Il padre la fece studiare all’Università cattolica di Washington e la spinse ad anteporre la famiglia alla politica. ”Mi sposai giovanissima, e mi trasferii a San Francisco. Smisi di fare la casalinga solo quando mia figlia minore compì 18 anni”. La figlia in questione, Alexandra, la ricorda con il ferro da stiro in una mano e il telefono nell’altra: ”Era wonder woman, ci accudiva e discuteva di politica al tempo stesso» (Ennio Caretto, ”Corriere della Sera” 15/11/2002).