Simon Singh, "Codici e segreti", Rizzoli, 6 dicembre 1999
La crittografia (dal greco kryptós, nascosto), non nasconde il messaggio in sè ma il suo significato
La crittografia (dal greco kryptós, nascosto), non nasconde il messaggio in sè ma il suo significato. Esistono due tipi di crittografia: la trasposizione e la sostituzione. La trasposizione consiste nel mutare di posto le lettere del messaggio, e genera dunque un anagramma. Problema: nel caso di un messaggio breve, questo metodo non è sicuro, perché una manciata di lettere può essere combinata in pochi modi diversi (una parola di tre lettere ammette al massimo sei anagrammi). Quando il messaggio diventa più lungo, il numero di angrammi esplode, rendendo impossibile la sua ricostruzione per prove e errori. Ad esempio, una frase di 35 lettere può essere allineata in più di seimila miliardi di miliardi di miliardi di modi diversi. Se un uomo potesse controllare una combinazione al secondo, e l’intera popolazione terrestre si dedicasse giorno e notte solo a questo compito, per controllare tutte le combinazioni occorrerebbe un tempo pari a innumerevoli volte l’età dell’universo. Dunque la trasposizione, per essere efficace, deve ubbidire a un criterio fissato in anticipo dai corrispondenti e ignoto al nemico.