Roberta Bernabei, "Roma nel Giubileo", Rizzoli, 6 dicembre 1999
Per il secondo giubileo del 1350 arrivarono a Roma così tanti pellegrini (circa due milioni, secondo i contemporanei) che le autorità ecclesiastiche dovettero regolare il loro flusso nelle vie cittadine, specialmente nell’area vaticana e sul ponte Sant’Angelo, unico accesso per raggiungere la sponda opposta del Tevere
Per il secondo giubileo del 1350 arrivarono a Roma così tanti pellegrini (circa due milioni, secondo i contemporanei) che le autorità ecclesiastiche dovettero regolare il loro flusso nelle vie cittadine, specialmente nell’area vaticana e sul ponte Sant’Angelo, unico accesso per raggiungere la sponda opposta del Tevere. Nacque così l’abitudine di dirigersi a San Pietro tenendo la destra, resa famosa dalle terzine di Dante: «Come i Roman per l’esercito molto, l’anno del giubileo, su per lo ponte hanno a passar la gente modo colto, che dall’un lato tutti hanno la fronte verso ’l castello, e vanno a Santo Pietro; dall’altra sponda vanno verso il monte» (Inferno, XVIII, 28-33).