Roberta Bernabei, "Roma nel Giubileo", Rizzoli, 6 dicembre 1999
La parola albergo, sebbene utilizzata da Petrarca e Boccaccio, ricorre di rado fino al Cinquecento: al suo posto termini come ospizio, locanda, taverna, osteria
La parola albergo, sebbene utilizzata da Petrarca e Boccaccio, ricorre di rado fino al Cinquecento: al suo posto termini come ospizio, locanda, taverna, osteria. Gli statuti comunali facevano una netta distinzione tra locandieri e osti e li dividevano in due corporazioni che avevano per patrono san Giuliano l’Ospitaliero e santa Francesca Romana. Locande e osterie erano contraddistinte da un’insegna, non avevano vetri alle finestre, non sempre occupavano un intero edificio (talvolta erano formate da poche stanze). I forestieri avevano l’abitudine di mercanteggiare sul prezzo e dormivano in molti nella stessa stanza, depositando vestiti e bagagli in appositi cassoni.