Renata Pisu, "La via della Cina", Sperling&Kupfer, 21 dicembre 1999
Alla fine degli anni ’50 la Cina venne investita da una grave carestia che fece una ventina di milioni di morti
Alla fine degli anni ’50 la Cina venne investita da una grave carestia che fece una ventina di milioni di morti. Gli studenti avevano sempre da mangiare, ma nella mensa c’era un cartello ordinava di "non sprecare neanche un chicco di riso". Una studentessa che aveva nascosto nel cassetto della sua scrivania pochi tozzi di mantou, pane cotto al vapore, ormai immangiabili, non osava buttarli o regalarli per paura che si scoprisse che aveva sprecato pane. Sorpresa dai compagni fu costretta a stare ore e ore in piedi su uno sgabello a testa bassa. Poi fu obbligata a portare per settimane una collana da cui pendevano i tozzi di pane e un cartello con la scritta: «Sono un mostro, ho sprecato il pane del popolo». Dovette portarla per settimane, anche la notte, le compagne di dormitorio la sorvegliavano a turno. Tra gli slogan più diffusi: «studiare all’ombra dei cavoli», con il quale si incitavano i contadini a coltivare cavoli grandi come alberi, capaci di fare ombra.